La Fiera archivia Milano, ora punta Padova
BolognaFiere rassicura i lavoratori: sono definitivamente tramontate le ipotesi di scorporo immobiliare dell’expo e di alleanza con Milano per la contrarietà di Regione e Camera di commercio. Lo ha confermato in un faccia a faccia in Città metropolitana con il direttore generale Antonio Bruzzone. Nel cda della Fiera, si farà il punto anche sull’andamento del tavolo di lavoro per l’integrazione delle fiere dell’Emilia-Romagna.
Intanto via Michelino potrebbe guardare a Padova, una Fiera di Padova, oggi in una situazione caotica. Il 4 dicembre scadono i termini per presentare manifestazioni di interesse a rilevarne la gestione. Tra i corteggiatori, è probabile che spunti BolognaFiere. Bruzzone si limita a riferire che il dossier «è al vaglio del nostro ufficio legale». Ma siamo per il momento ancora nella fase delle proposte non vincolanti. C’è già un link tra le due realtà. Lo scorso mese era stata recapitata ai soci pubblici padovani una lettera con la quale Bologna si dichiarava disposta a rilevare le quote di controllo di Geo spa nel caso in cui avessero confermato — a quest’ultima— l’affidamento della gestione del quartiere espositivo veneto. Geo è la società posseduta da Luca Griggio e dall’avvocato Andrea Olivi. Griggio è anche colui che ha ceduto a BolognaFiere il 53% di GiPlanet, azienda specializzata negli allestimenti fieristici. La lettera del mese scorso non ha avuto seguito, perché i rapporti tra Geo e i soci pubblici di Padova sono precipitati, ma è una spia evidente dell’interesse. L’attuale gestore andrà via a gennaio e l’ipotesi di una proroga a tempo - che era anche contemplata nell’attuale contratto - si è ufficialmente allontanata. I soci pubblici sono riuniti nella società Fiera Immobiliare che già possiede i marchi e le mura. Addetti e asset sono in mano a Geo. In parole povere: in tutta fretta, e a meno di contenziosi sanguinosi, si cercherà di riportare la Fiera di Padova a totale controllo pubblico. Poi, con la raccolta delle manifestazioni di interesse e a seguire una vera e propria gara, dovrebbe essere individuato il soggetto industriale nelle cui mani rimettere il tutto. Se si guarda ai numeri, Padova (ovvero Geo) appare un boccone digeribile per Bologna: chiude il 2018 con un sostanziale pareggio e un fatturato di 12,5 milioni. In pratica, un decimo dei ricavi realizzati lo scorso anno dalla possibile acquirente emiliana.