La morte del figlio sospettato
Francesco Masetti si è schiantato in macchina: era indagato per il decesso del papà imprenditore Si ipotizza il suicidio. L’ultimo sms al legale: «Non ho fatto niente, non reggo più questo peso»
È morto in un incidente vicino a Fidenza Francesco Masetti, il 38enne indagato per l’omicidio del padre dopo una denuncia presentata dalla cugina ai carabinieri di Zola Predosa. «Non ho fatto niente a mio padre, sono sereno. Ma non reggo più questo peso, gli amici mi hanno abbandonato», ha scritto nell’ultimo sms inviato ieri al suo avvocato.
«Non ho fatto niente a mio padre, sono sereno. Ma non reggo più questo peso, gli amici mi hanno abbandonato, sono rimasto solo». Sono le ultime parole di Francesco Masetti al suo avvocato, scritte in un messaggio ieri pomeriggio. Poco dopo il 38enne, indagato per l’omicidio pluriaggravato del padre Antonio Masetti, si è schiantato a bordo della sua auto contro un camion sulla via Emilia, nella zona di Fidenza. È morto sul colpo. Nel messaggio l’uomo annunciava al legale, Alessandro Veronesi, di avergli spedito un plico con le sue ultime disposizioni testamentarie. L’avvocato ha tentato invano di richiamarlo, ma il telefono era staccato e allora ha avvisato subito i carabinieri.
Un paio d’ore dopo la tragica notizia è arrivata da Parma: Masetti è deceduto nel frontale contro un tir, all’altezza dell’abitato di Parola di Fontanellato. L’impatto è avvenuto al centro della carreggiata, ma la dinamica è al vaglio della Stradale e l’autista del mezzo pesante non ha potuto raccontare nulla agli inquirenti: si trova in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione al Maggiore di Parma. Masetti era rimasto solo con quell’ombra pesantissima, l’accusa di aver ucciso il padre iniettandogli farmaci o sostanze tossiche. A puntare il dito contro di lui una denuncia di una cugina che il 6 novembre, due giorni dopo la morte di Antonio Masetti, ha raccontato ai carabinieri che a fine settembre lo zio era stato ricoverato al Maggiore in Rianimazione per motivi non chiari, proprio nel giorno in cui il figlio aveva detto che si sarebbe laureato in Medicina. Ma il 38enne, si era scoperto, non era mai stato iscritto alla facoltà. Da lì i sospetti della parente, acuiti, secondo il suo
In attesa della verità
I rilievi sullo schianto di ieri e l’autopsia sul corpo del padre faranno chiarezza
racconto ai carabinieri, dal comportamento del cugino, che il giorno della morte del padre le avrebbe impedito di salire in casa a Zola Predosa e dalla sua volontà di cremarne il corpo. Tasselli, molto meno che indizi, che uniti ad altre ombre sul passato del 38enne sono bastati per aprire un fascicolo per omicidio pluriaggravato sul suo. Nel suo passato c’erano una denuncia e una causa civile per appropriazione indebita di 100.000 euro, sottratti alla società per la quale lavorava fino al 2014. E poi l’eredità paterna, un patrimonio di circa 2 milioni di euro in apparta- menti e conti. Troppe ombre da sopportare per le spalle di Masetti, rimasto solo, visto che un anno fa anche la madre era morta per una brutta malattia. Solo i rilievi potranno accertare adesso se la sua morte sia stata un tragico incidente o un gesto volontario e bisognerà aspettare l’esito dell’autopsia e degli esami tossicologici sul cadavere del padre 70enne per capire se Masetti è rimasto schiacciato dai sensi di colpa per una verità inconfessabile, o se sia stato vittima di un castello di bugie.