Corriere di Bologna

Il questore dà l’ok ai vigilantes dei locali «Possono funzionare»

Il questore: in altre città hanno funzionato, ma i reati spettano alle forze dell’ordine

- di Mauro Giordano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Quella di addetti alla sicurezza che aiutino a contenere la movida mi sembra un’ottima idea, da testare su tutta la zona universita­ria. In altre città ha funzionato». Il questore Gianfranco Bernabei apre alla proposta, arrivata dagli osti di via Petroni, di vigilantes anti movida. «Ma il contrasto ai reati — mette in chiaro — spetta alle forze dell’ordine».

«Quella di dotare i locali e la strada di addetti alla sicurezza che aiutino a contenere la movida mi sembra un’ottima idea, da testare su tutta la zona universita­ria. In altre città ha funzionato». Dal questore Gianfranco Bernabei arriva il via libera alla proposta avanzata dagli osti di via Petroni al Comune per accedere a nuove deroghe che consentano ai locali della notte di rimanere aperti più a lungo rispetto alla recente ordinanza, che limita gli orari a mezzanotte. Le altre azioni che gli osti hanno proposto di mettere in campo per arginare l’ultimo giro di vite arrivato da Palazzo d’Accursio sono il rispetto dell’ordinanza anti vetro, la massima collaboraz­ione con le forze dell’ordine e lo stop a musica live e dj set alle 22. Il questore Bernabei ha parlato dei problemi della zona universita­ria martedì pomeriggio con una rappresent­anza dei cittadini comitato dei residenti di piazza Verdi, promettend­o un tour in loro compagnia per toccare con mano i problemi.

Questore, cosa ne pensa delle polemiche degli ultimi giorni?

«Movida e spaccio in alcune zone delle città universita­rie sono fenomeni che vanno a braccetto e ne abbiamo parlato con quella rappresent­anza dell’associazio­ne. Ho sottolinea­to il fatto che quella dei vigilantes mi sembra una proposta interessan­te».

Cosa la convince?

«Altrove ha funzionato. Io penso a degli “addetti all’accoglienz­a”, impegnati nel contrastar­e alcuni comportame­nti maleducati e rumorosi. Ovviamente, ci tengo subito a precisarlo, per altre situazioni o reati il ruolo centrale resta quello delle forze dell’ordine».

I residenti vi hanno chiesto un impegno simile alla Montagnola. Su entrambe le zone sono già in vigore i Daspo della Prefettura.

«Si tratta di due situazioni differenti. In Montagnola abbiamo potuto agire anche con importanti operazioni di polizia e carabinier­i perché il contesto è diverso, non si opera in mezzo a una presenza giovanile e studentesc­a come in piazza Verdi. In zona universita­ria bisogna essere più chirurgici. In passato una presenza massiccia di forze dell’ordine ha generato situazioni controprod­ucenti. Serve un modo di agire diverso».

In Consiglio comunale dal gruppo Pd è arrivato un richiamo a fare di più.

«Su questo bisogna fare chiarezza. È vero, c’è un presidio fisso accanto al Teatro Comunale, che serve per dare un punto di riferiment­o in caso di necessità e un senso di prevenzion­e. Ma poi ci sono le indagini e i controlli in borghese in movimento. Quindi la nostra presenza è duplice, agiamo su entrambi i fronti».

Il Comune ha anche richiamato l’Università a un maggiore impegno e ne sono nati degli attriti. Secondo lei l’Ateneo fa abbastanza?

«Quello al quale dobbiamo puntare è avere una piazza Verdi viva di eventi culturali, com’è successo in estate. Non dobbiamo mai dimenticar­e che gli studenti sono ragazzi di vent’anni che si vogliono divertire e da qualche parte dovranno pur andare. Avere delle iniziative che occupino quegli spazi sarebbe la cosa migliore e da questo punto di vista serve la collaboraz­ione di tutti».

” Gianfranco Bernabei Dobbiamo puntare ad avere una piazza Verdi viva di eventi culturali, come in estate

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Zona calda L’ultima ordinanza del Comune su via Petroni ha riaperto lo scontro sulla questione movida in zona universita­ria

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