Alinovi, Biagi, Uno Bianca Gli scatti della scientifica e la memoria di una città
C’è una fotografia che ricostruisce la scena del delitto del giuslavorista Marco Biagi vista dalla prospettiva di un testimone in via Valdonica, e accanto c’è un bozzetto che traccia i possibili movimenti degli assassini quel 19 marzo di 16 anni fa, quando il professore fu ucciso con alcuni colpi di arma da fuoco proprio vicino casa sua. In quell’occasione la polizia scientifica ha ricostruito in un filmato la dinamica dell’omicidio accertata dal pool investigativo. E all’indomani dell’omicidio del giuslavorista ucciso dalle Br fu mandato a Bologna dal capo della polizia Gianni De Gennaro, l’allora capo della Mobile di Venezia, Vittorio Rizzi per dirigere il «gruppo investigativo Marco Biagi».
Rizzi, oggi prefetto e direttore centrale dell’Anticrimine era ieri al taglio del nastro della mostra «Frammenti di storia. L’Italia attraverso le impronte, le immagini, e i sopralluoghi della polizia scientifica». La storia del nostro Paese e la storia di Bologna raccontata attraverso gli scatti e i primi momenti, fondamentali, delle indagini. Quando le macchine fotografiche e i sopralluoghi della scientifica seguono e segnano tutto di questi momenti: «E sono momenti dolorosissimi. Il caso Biagi — ricorda
” Vittorio Rizzi Ho vissuto il caso Biagi come investigatore e ricordo benissimo ogni attimo. Non solo di dolore, ma anche di complessità investigativa, professionale e questa città di momenti così ne ha vissuti tanti. Ecco, credo che onorare quei momenti di storia sia doveroso verso il Paese
emozionato il prefetto Vittorio Rizzi — l’ho vissuto come investigatore in questa città e ricordo benissimo ogni attimo. Non solo di dolore, ma anche di complessità investigativa, professionale e questa città di momenti così ne ha vissuti tanti. Ecco, credo che onorare quei momenti di storia sia doveroso verso il Paese. Oggi ricordiamo anche la storia della Uno Bianca perché non solo non vogliamo essere negazionisti ma vogliamo dimostrare di essere anche altro da questo passato».
Non solo, ci sono le ricostruzioni del disastro aereo di Casalecchio, quando il 6 dicembre del 1990 un aereo militare cadde sull’istituto tecnico Salvemini uccidendo 12 alunni. E c’è una scritta ritrovata dalla scientifica su un pannello di vetro della finestra del bagno a casa di Francesca Alinovi, la 35enne critica d’arte e ricercatrice del Dams accoltellata a casa in via del Riccio nel 1983.
Ma questi sono solo alcuni dei momenti d’indagine svelati al pubblico per la prima volta, la raccolta ricostruisce la storia d’Italia dagli inizi della polizia scientifica del 1903 fino al crollo del ponte di Borgo Panigale di quest’estate. E l’importanza della sinergia dell’attività della Scientifica con quella della magistratura è stata sottolineata anche dal procuratore capo Giuseppe Amato.
«In questi mesi a Bologna — ha detto — il contributo della polizia scientifica è stato assolutamente importante e decisivo in due casi: per il delitto Poli e dopo l’esplosione a Borgo Panigale di quest’estate perché grazie anche al lavoro della Scientifica e ai loro primi rilievi è stato possibile non procedere al sequestro di quel tratto stradale e far iniziare subito i lavori di ripristino». L’esposizione durerà fino a domenica 25 novembre a Palazzo d’Accursio.