Corriere di Bologna

Fortitudo senti Bucchi: «Mix micidiale»

L’ex allenatore biancoblù guida la classifica del girone Ovest con la sua Virtus Roma «Siamo solo a novembre, ma le otto vittorie parlano chiaro: una squadra fortissima»

- di Enrico Schiavina

C’è una specie di Fortitudo anche nell’altro girone di A2, e c’è un bolognese che la allena. La Virtus Roma è sola in testa alla classifica a Ovest, ed a guidarla è Piero Bucchi, nome fin troppo importante per l’A2, non fosse per il richiamo della capitale che dopo anni di atroci sofferenze cestistich­e sta facendo sognare un ritorno in paradiso a braccetto con la Effe. «La strada è ancora molto, molto lunga, però fin qui è andata bene e allora ci proviamo» dice l’espertissi­mo coach richiamato a metà dell’anno scorso al capezzale della nobile decaduta ed ora, dopo una salvezza avventuros­a, incaricato di riportarla nel massimo campionato.

«L’obiettivo iniziale era fare una stagione di vertice, non ci siamo nascosti ma nemmeno abbiamo promesso la Serie A. Certo l’occasione delle tre promozioni è ghiotta, ma il girone non è per niente facile come si sente dire, bisogna star lì a testa bassa e pedalare». Sembra quasi di sentir parlare Antimo Martino, che alla Virtus Roma conoscono benissimo visto che c’è stato per nove anni, quando ripete che è presto per fare i conti. «8 vittorie su 8 parlano chiaro, è una Fortitudo fortissima, costruita ed allenata bene. Poi certo, vale per noi come per loro, siamo solo a novembre. Però la sensazione che danno è di avere la situazione in pugno. L’architrave credo sia il solito trio, Mancinelli-Cinciarini-Rosselli, che hanno talmente tanta esperienza e forza mentale da trasmetter­e agli altri i segnali giusti. Poi gli americani sono forti, il gruppo è profondo, la piazza è carichissi­ma, il mix è micidiale». Dovessero arrivare entrambe prime la Effe e Roma non faranno i playoff, quindi non si incontrera­nno, quasi un peccato («Beh, onestament­e ai playoff rinuncio volentieri per salire direttamen­te…») per squadre che vanno così forte.

Già staccate le avversarie più quotate (Casale a -4, Scafati e Capo d’Orlando -6, Tortona -8) la Virtus romana è tornata dopo sette anni al PalaEur, la sua casa storica, in quella fetta di città che è il cuore cestistico della capitale, e sta pian piano rialzando la testa. «Abbiamo riportato 3000 persone all’Eur, che per Roma, col blocco del traffico, vi assicuro sono tantissime. C’è un risveglio di interesse, poi tutto va messo in prospettiv­a, bisogna vivere il presente». Roma l’aveva già allenata per tre stagioni, Bucchi, fino al 2005, facendo anche l’Eurolega. «Epoche diverse, budget diversissi­mi: questa è tutta un’altra storia».

Ancor più lontani, lontanissi­mi, i tempi dell’altra Virtus («Certo che un’occhiata gliela dò: fin qui direi bene») in cui lavorò per otto anni accanto a Ettore Messina. «Sono uno zingaro del basket, che è stato bene ovunque. Ma non esiste nulla come Bologna».

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Piero Bucchi, alla guida della Virtus Roma e primo nel girone Ovest, come la Fortitudo a Est (Lapresse e Ciamillo)
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