La crisi della Rcm di Monteveglio
Un’altra azienda che lavora, con ordini in essere e grandi committenti, primi fra tutti Fca e Ducati Motor, e che rischia il fallimento. Succede a Monteveglio, Valsamoggia, alla Rcm, azienda leader nella fornitura di pezzi meccanici per l’automotive e fra le poche in Italia a produrre materiali in carbonio e magnesio. I nuvoloni sul futuro dei 130 dipendenti, di cui 30 interinali, hanno cominciato ad addensarsi a giugno quando la proprietà che da dieci anni è il gruppo Tacconi di Perugia ha richiesto il concordato preventivo. Ciò a seguito di una crisi di liquidità di 200 milioni di euro e che si accompagna a quelle di altre due fonderie fornitrici, site in Umbria
Il tempo, però, stringe. La scadenza del concordato è fissata al 10 dicembre e, nonostante tre manifestazioni di interesse (di cui una dal territorio), nessuna comunicazione è giunta dall’ad, Luca Tacconi. Anzi. Addirittura, mercoledì «l’azienda – come comunica la funzionaria Fiom Caterina Bilotti – ha disertato il tavolo convocato in Città Metropolitana». Assenza che ha portato la Fiom, unico sindacato rappresentato, a convocare lo stato di agitazione: blocco degli straordinari e sciopero del 100% degli operai. «La Rcm è una buona impresa terzista — informa Bilotti — che ai tempi d’oro aveva un fatturato medio di 27 milioni di euro. Oggi la proprietà, con cui fino a giugno avevamo ottime relazioni sindacali, non è più interessata a investire». Unico lato positivo: ai lavoratori è assicurato lo stipendio dal tribunale. Quella che manca è però la certezza sul futuro: «Chiediamo notizie – chiude la sindacalista – Fino a quando non le avremo, proseguiremo la mobilitazione». La prossima settimana sono programmate altre otto ore di sciopero. E si chiede l’attivazione urgente del tavolo di salvaguardia occupazionale in Regione.