Il fronte di Bologna contro il governo
Spread e instabilità preoccupano anche i sindacati. Il video del sindaco: «Una mobilitazione contro il declino» Dopo le critiche degli industriali, la Confartigianato va in piazza. E Merola lancia un appello
Le storie e le critiche al governo degli imprenditori dell’Emilia-Romagna raccontate ieri dal Corriere di Bologna, hanno colpito il sindaco Merola. Tanto da convincerlo che da Bologna e dall’Emilia debba arrivare un segnale. Forte. Il momento della mobilitazione è arrivato, dice Merola, in un messaggio video chiamando a raccolta gli altri sindaci verso una piazza, vera o metaforica, sdoganata dalle «madamin» pro Tav di Torino.
Le storie e le critiche al governo degli imprenditori dell’Emilia-Romagna raccontate ieri dal Corriere di Bologna, hanno colpito il sindaco Merola. Le aziende che cercano di mandare avanti la locomotiva Emilia nonostante lo spread alle stelle e un quadro di finanza pubblica a dir poco instabile, hanno convinto il primo cittadino che da Bologna e dall’Emilia debba arrivare un segnale. Forte. Il momento della mobilitazione è arrivato, dice Merola, in un messaggio video chiamando a raccolta gli altri sindaci verso una piazza, vera o metaforica, sdoganata dalle «madamin» pro Tav di Torino.
Le «promesse irrealizzabili del governo ci stanno condannando al declino», dice. E così mentre il Pd si perde tra i tanti candidati al congresso nazionale, con il conseguente riposizionamento dei suoi dirigenti, Merola riprova a lanciare un asse dei sindaci che sia però pronto a fare opposizione per davvero. Il sindaco non nasconde l’insofferenza, che ogni giorno diventa qualcosa di più, verso gli effetti a livello locale delle politiche gialloverdi. Il Passante, ad esempio. «Lo vogliono fare mini? A me va benissimo. Non perdano gli 800 milioni dell’opera complessiva», ha detto ieri rimandando la palla nel campo del governo ma chiedendo comunque di intervenire sulla tangenziale e di difendere i fondi.
Ma le preoccupazioni di Merola riguardano in generale lo stato di salute dell’economia regionale. Così ieri ha deciso che anche i sindaci, e non solo le associazioni di categoria, debbano avere un ruolo in questo determinato momento storico. «Mentre il Comune sta approvando un bilancio molto importante e solido, il contesto nazionale ci preoccupa sempre di più», è l’inizio del video condiviso sui social. In un minuto e 40 secondi parla degli allarmi delle imprese, dei timori dei risparmiatori, e poi lo spread, con il risultato che «paghiamo interessi solo per gli annunci scellerati del governo contro l’Europa». È quindi «ora di reagire», perché il rischio «è che il nostro Paese venga emarginato» per colpa di un «governo che vuole mantenere promesse irrealizzabili e non rispondenti alle vere esigenze» dei cittadini. Perché va bene «aumentare il deficit, ma stando nei limiti che propone l’Europa» e «non buttando i soldi in misure che non risolvono i problemi». A livello istituzionale si prova a dialogare, anche se le finestre chiuse sono sempre più numerose di quelle aperte. Nei prossimi giorni il sindaco incontrerà i tecnici del ministero del Turismo per capire come gli enti locali possano gestire il boom degli Airbnb. E poi c’è la nota dolente degli appalti, di cui si deve e si può ragionare con il governo, «perché serve una riforma altrimenti così la situazione è insostenibile». Canali più o meno aperti con alcuni ministeri, nulla più.
Il sindaco non cita mai espressamente la piazza, perché una mobilitazione del genere va organizzata nei dettagli. Un flop indebolirebbe il ruolo degli amministratori pronti a fare opposizione. Ma è quello l’orizzonte del suo discorso. «Faccio appello ai sindaci di qualsiasi colore politico. Non è possibile per una città come la nostra che vuole stare in Europa, che ha aumentato la sua produzione all’estero, piena di turisti, assistere allo spettacolo di un «Paese portato alla deriva». Bologna è «saldamente in Europa» e lì vuole restare. Ma a questo punto, lascia intendere, nulla è più scontato. E quindi è necessario contarsi, farsi vedere, alzare la voce. Perché «queste promesse ci stanno condannando al declino», conclude.
Paghiamo interessi solo per gli annunci scellerati contro l’Ue
Si stanno buttando soldi in misure che non risolvono i problemi
Vogliamo rimanere saldamente in Europa, ci portano alla deriva