La famiglia: «Nessuno lo ha aiutato»
La porta della camera di Nicu è chiusa da quando gli agenti della Mobile e quelli della Scientifica hanno prelevato i vestiti che il 55enne indossava la sera dell’aggressione. E proprio lì, sulla soglia di quella porta, il più piccolo dei due nipoti dell’operaio romeno aveva chiesto a uno dei poliziotti: «Prenderete chi ha fatto del male allo zio?». Ieri mattina quando il ragazzino è tornato da scuola ad aspettarlo in cucina c’erano la mamma e il papà: «Hanno arrestato i due uomini che hanno aggredito lo zio. Lui ha tentato di difendere un’altra persona». Il ragazzino non ha tolto neanche lo zaino dalle spalle, è andato verso la foto dello zio e con gli occhi lucidi e ha chiesto: «Davvero ha salvato una persona? I poliziotti hanno mantenuto la promessa». Nella giustizia ripone ogni speranza il fratello di Nicu: «Siamo contenti perché chi ha ucciso mio fratello è stato arrestato, forse la sua anima sarà in pace, e noi aspetteremo il processo. Ma Nicu non ce lo ridarà nessuno. I miei figli non avranno più uno zio da aspettare la sera quando tornava dal lavoro. Erano molto affezionati». C’è un tarlo che si affaccia: «Sono così arrabbiato con mio fratello: lo avrà fatto per proteggerci, per non farci preoccupare, ma avrebbe dovuto chiamare la polizia, non intervenire». Non si dà pace la cognata: «Ha lottato fino alla fine in ospedale. Si sono accaniti sul suo corpo minuto per due volte. Come si può? Lui è intervenuto, ma nessuno ha fatto niente per lui».