Corriere di Bologna

La famiglia: «Nessuno lo ha aiutato»

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La porta della camera di Nicu è chiusa da quando gli agenti della Mobile e quelli della Scientific­a hanno prelevato i vestiti che il 55enne indossava la sera dell’aggression­e. E proprio lì, sulla soglia di quella porta, il più piccolo dei due nipoti dell’operaio romeno aveva chiesto a uno dei poliziotti: «Prenderete chi ha fatto del male allo zio?». Ieri mattina quando il ragazzino è tornato da scuola ad aspettarlo in cucina c’erano la mamma e il papà: «Hanno arrestato i due uomini che hanno aggredito lo zio. Lui ha tentato di difendere un’altra persona». Il ragazzino non ha tolto neanche lo zaino dalle spalle, è andato verso la foto dello zio e con gli occhi lucidi e ha chiesto: «Davvero ha salvato una persona? I poliziotti hanno mantenuto la promessa». Nella giustizia ripone ogni speranza il fratello di Nicu: «Siamo contenti perché chi ha ucciso mio fratello è stato arrestato, forse la sua anima sarà in pace, e noi aspetterem­o il processo. Ma Nicu non ce lo ridarà nessuno. I miei figli non avranno più uno zio da aspettare la sera quando tornava dal lavoro. Erano molto affezionat­i». C’è un tarlo che si affaccia: «Sono così arrabbiato con mio fratello: lo avrà fatto per proteggerc­i, per non farci preoccupar­e, ma avrebbe dovuto chiamare la polizia, non intervenir­e». Non si dà pace la cognata: «Ha lottato fino alla fine in ospedale. Si sono accaniti sul suo corpo minuto per due volte. Come si può? Lui è intervenut­o, ma nessuno ha fatto niente per lui».

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