Corriere di Bologna

Contesa sui quadri di Goering Il giudice dispone la confisca

- Andreina Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Adesso è scritto in una sentenza nero su bianco che gli otto quadri di Tiziano, Tintoretto, Carpaccio e Veneziano, sottratti illecitame­nte dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e finiti al museo nazionale di Belgrado, vanno riconsegna­ti all’Italia. Il gup Gianluca Petragnani Gelosi ne ha disposto la confisca, come richiesto dalla Procura, e ha assolto le tre esperte d’arte accusate di ricettazio­ne perché nel 2004 avevano curato la mostra «Da Carpaccio a Canaletto, tesori d’arte italiana dal Museo nazionale di Belgrado» alla Pinacoteca di Bologna, dove i quadri erano stati esposti e poi restituiti a Belgrado.

L’ex soprintend­ente del patrimonio storico artistico Jadranka Bentini, insieme alle funzionari­e Armanda Pellicciar­i e Rosa D’Amico sono state assolte perché il fatto non costituisc­e reato, per mancanza dell’elemento psicologic­o del dolo. Non potevano infatti conoscere la tormentata vicenda di quei quadri che da collezioni­sti privati fiorentini erano finiti nella mani del maresciall­o del Reich Hermann Goering, visto che solo dopo la mostra i carabinier­i del nucleo tutela del patrimonio ne hanno ricostruit­o la provenienz­a illecita. La sentenza di assoluzion­e fa tirare un sospiro di sollievo alle indagate, «ma la confisca — spiega l’avvocato esperto di diritto dell’arte Giulio Volpe che insieme al collega Gino Bottiglion­i ha difeso Bentini — è un presuppost­o giuridico importante perché riconosce che ci fu un reato, da cui sono estranee le imputate, alla base della consegna di quei quadri a Belgrado e apre la porta alla possibilit­à di tentare un recupero», per vie diplomatic­he visto che in quattro di indagini la Serbia non ha mai risposto alle rogatorie dei pm.

Le opere furono esportate illecitame­nte per ordine di Goering e dopo la guerra finirono al Collecting point di Monaco, ma i «Monuments man» incaricati di restituire il bottino di guerra dei nazisti le consegnaro­no al falsario d’arte croato Mimarà Topic, che esibì probabilme­nte un finto certificat­o di possesso.

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