Corriere di Bologna

MOTTA LO SCENEGGI... AUTORE

Domani sera all’Antoniano il cantante si esibisce con Les Filles des Illighadad, band femminile del Niger. L’ultimo disco «Vivere o morire» ha vinto il Premio Tenco, consacrand­o un autore raffinato le cui canzoni sembrano film

- Andrea Tinti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

All’interno del festival «Express», organizzat­o dal Locomotiv Club, uno degli appuntamen­ti più importanti è il concerto di Motta domani sera al Teatro Antoniano con il gruppo femminile Les Filles des Illighadad. Per Motta e le Filles sarà un minitour di quattro date (Milano, Bologna, Livorno e Roma) che non avrà altre repliche. «Ho scoperto le Les Filles des Illighadad quasi per caso, vedendole in concerto a Berlino» dice Motta «e me ne sono subito innamorato follemente. Desideravo fortemente provare a fare qualcosa con loro e sono felice di poter realizzare questo desiderio. Nemmeno noi sappiamo ancora bene cosa ci aspetta, ma son sicuro sarà una bellissima sorpresa».

Il concerto prevede una scaletta con alcuni brani estratti dal secondo album, «Vivere o morire», del cantautore pisano, disco che ha vinto la Targa Tenco come «Miglior album in assoluto». Per Motta si è trattato di un secondo incontro con questo prestigios­o premio, visto che il suo debutto, «La fine dei vent’anni», aveva già vinto come «Migliore opera prima».

A proposito del gruppo di cui Motta si è innamorato, bisogna sapere che arrivano da un piccolo villaggio del Niger e sono capitanate da Fatou Seidi Ghali, performer, cantante e una delle pochissime chitarrist­e Tuareg del paese africano. Con la loro musica, in qualche modo rivoluzion­aria, accompagna­no i momenti cruciali della vita, come le nascite, i matrimoni, o i funerali. Un mondo sonoro per la collettivi­tà, costruito su riff di chitarra ipnotici, ritmi costanti e voci polifonich­e che danno vita ad un suono che sembra antico come l’esistenza dell’umanità.

Dal canto suo Motta è uno dei nuovi nomi balzato agli onori della cronaca artistica grazie a due dischi (il primo soprattutt­o) così densi di storie da sembrare encicloped­ie di emozioni umane calate nel quotidiano. Con il suo volto quasi sempre ritratto con una smorfia di sofferenza, Motta ha abbandonat­o gli esordi con i Criminal Jokers, per infilarsi negli anfratti di cuori sanguinant­i trafitti da stilettate d’amore.

Dopo il suo trasferime­nto a Roma per frequentar­e gli studi di composizio­ne per film presso il Centro sperimenta­le di cinematogr­afia, Francesco Motta ha probabilme­nte cominciato a vedere il mondo con gli occhi di uno sceneggiat­ore o di un regista. Nei suoi album ogni canzone potrebbe diventare un film che si può collocare nei generi drammatico, family, avventura e noir. Insomma, tra battiti di mani, voci e percussion­i, la band nigeriana incontra le canzoni di un giovane cantautore italiano e il risultato finale sarà una sorpresa per tutti. Un ponte tra culture diverse. Perché quasi sempre la musica riesce a superare gli steccati creati dall’uomo.

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Poiiedrico Francesco Motta, 32 anni, cantautore e batterista. È nato a Pisa

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