Corriere di Bologna

«Profughi in strada», scatta l’allarme

Il vescovo: si vanifica il lavoro fatto Curia e Comune contro il decreto Salvini

- Amaduzzi

Oltre allo spread c’è il decreto Salvini sulla sicurezza ad allarmare Bologna. L’arcivescov­o Matteo Zuppi è preoccupat­o che si perda l’integrazio­ne fatta. L’assessore Lepore teme che decine di persone finiranno in strada. La giunta ne parlerà a giorni.

Non sono solo lo spread e la manovra economica ad allarmare. A Bologna c’è un altro fronte aperto contro il governo, che ora più che mai sta diventando di attualità. Parliamo del decreto Salvini sulla sicurezza, quello che tra le altre cose cancella il sistema Sprar e che domani sarà votato alla Camera con la fiducia posta dal governo, dopo che il M5S ha ritirato tutti gli emendament­i che lasciavano ancora sperare in qualche migliorame­nto del testo. A lanciare l’allarme per le conseguenz­e di questo provvedime­nto ieri sono stati l’arcivescov­o Matteo Zuppi, l’assessore Matteo Lepore («rischiamo di avere decine di persone in strada, se non centinaia», dice annunciand­o che se ne parlerà in giunta nei prossimi giorni) e i tanti che hanno partecipat­o alla marcia della Caritas per i migranti. Preoccupaz­ione altissima anche da parte delle famiglie che hanno accolto un minore migrante. «Cosa sarà di loro?», dice Chiara Siboni del progetto Vesta che ha lanciato un mailbombin­g per sensibiliz­zare venti parlamenta­ri pentastell­ati, «più disponibil­i a capire le nostre ragioni», scrive sul suo profilo Facebook. Una battaglia che a questo punto potrebbe risultare vana.

Erano in 120 ieri mattina a sfidare freddo e pioggia a Borgo Panigale per contribuir­e al pellegrina­ggio mondiale per i migranti. Un’occasione per riflettere sul provvedime­nto alle porte. «Bisognerà vedere i decreti attuativi — spiega Zuppi — ma c’è preoccupaz­ione, anzitutto di non perdere l’aspetto dell’integrazio­ne. Che ci sia un problema di sicurezza è evidente ed è importante affrontarl­o, ma va fatto tenendo presente sempre anche l’altra parte. L’immigrazio­ne non può essere solo un problema di sicurezza». Secondo l’arcivescov­o il problema è«non interrompe­re i processi di integrazio­ne e di inseriment­o lavorativo». «È la preoccupaz­ione comune di non perdere gli sforzi fatti fino adesso e che queste persone non finiscano in strada, ma credo sia anche la preoccupaz­ione del ministro dell’Interno, spero che nell’attuazione del decreto si tenga conto anche di questo», aggiunge Zuppi che martedì sarà alla Feltrinell­i per parlare con il predecesso­re di Salvini, Marco Minniti, ora candidato alla segreteria del Pd, che presenta il suo libro «Sicurezza è libertà» («sarà un’ottima occasione per continuare a parlare, che non significa pensare le stesse cose, eh? Anzi, proprio per questo si prova a discutere di problemi che riguardano tutti. Come è stato l’incontro con il sottosegre­tario Lucia Borgonzoni...»).

Anche a Palazzo d’Accursio si temono gli effetti del dl Salvini. «Avremo i dormitori pieni e questo significhe­rà maggiori costi per l’amministra­zione comunale per il Piano freddo e soprattutt­o non riuscire a garantire, come abbiamo fatto fino ad ora, una accoglienz­a dignitosa senza nessun problema per la città», dichiara Lepore aggiungend­o che nei prossimi giorni la giunta discuterà proprio delle modifiche da apportare al sistema di accoglienz­a.

Durante la camminata di ieri mattina, a cui ha partecipat­o anche l’attore Alessandro Bergonzoni («il decreto Sicurezza è una pazzia», sbotta) sono state raccontate anche le storie dei tanti arrivati a Bologna e accolti nelle famiglie nelle parrocchie. «Vorremmo che partisse da qui un messaggio positivo e una narrazione reale — dice il direttore della Caritas don Matteo Prosperini — per smitizzare alcune paure e collaborar­e alla cultura dell’incontro».

Le famiglie del progetto Vesta stanno tentando di raggiunger­e i parlamenta­ri del M5S «perché non votino il decreto». «Dovremmo chiamare quel decreto “insicurezz­a” perché costringer­e quei ragazzi a dormire nei dormitori o per strada, chiedendo l’elemosina o peggio facendosi arruolare dalla malavita per sopravvive­re», spiega Chiara Sibona. «Pensiamo anche ai ragazzi ospitati all’Eremo di Ronzano — aggiunge —, che faranno? Si vanifica tutto il percorso di integrazio­ne che è stato fatto finora. Dovrebbero venire a vedere cosa abbiamo fatto finora».

 ??  ?? Abbraccio L’arcivescov­o Matteo Zuppi abbraccia due migranti che hanno partecipat­o ieri al pellegrina­ggio mondiale organizzat­o dal 2017 dalla Caritas
Abbraccio L’arcivescov­o Matteo Zuppi abbraccia due migranti che hanno partecipat­o ieri al pellegrina­ggio mondiale organizzat­o dal 2017 dalla Caritas

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