Un biglietto in strada: «Mi uccido» Scatta l’allarme, ma è di 22 anni fa
Un biglietto e la volontà, impressa su un foglio di carta, di farla finita. Un messaggio estremo, gli ultimi saluti e i ringraziamenti. Tra questi anche quelli per il suo medico che l’aveva avuta in cura, con tanto di nome e cognome. Poi la firma, quella di una donna, ma indecifrabile. Poche righe inequivocabili. Quel biglietto giovedì mattina è caduto davanti alla vetrina di un negozio di via Milazzo e la proprietaria lo ha notato subito sul grigio dell’asfalto. E ha raccolto quel foglietto con l’ultimo saluto di una donna che aveva tutta l’intenzione di suicidarsi.
La negoziante non ci ha pensato due volte e ha chiamato il 113. Bisognava intervenire subito. Una volante della polizia è arrivata sul posto e in collegamento con la centrale gli agenti hanno tentato in tutti i modi di rintracciarla. Non c’era tempo da perdere. Bisognava decifrare quel nome e risalire all’identità di quella donna. Il prima possibile. Pochi indizi e un nome. L’unica speranza era riposta nel nominativo di quel medico, uno psichiatra. Ma dalle prime verifiche è emerso che quel dottore non era più dipendente da tempo dell’Ausl di Bologna, ma si era trasferito in un’altra città, sempre in Emilia-Romagna. Piazza Galilei ha contattato l’Ausl per cui lavora attualmente il medico e proprio lo specialista ha aiutato a risolvere il rebus: ricordava quella donna, quel nome e quella storia. Ma l’aveva avuta in cura all’inizio degli anni Novanta: «Certo, conosco quella signora — ha detto —. Ma ho seguito il suo caso più di vent’anni fa. Ricordo la sua storia. Aspettate un attimo, dovrei avere il numero di telefono di suo marito».
Tra gli appunti di una vita di lavoro, quel numero anche dopo vent’anni c’era ancora. Era lì annotato sui fogli sbiaditi e il medico l’ha dato subito ai poliziotti. Un tassello in più, fondamentale. A quel numero ha risposto subito un signore anziano che, meravigliato, ha replicato alle domande degli agenti. Quando i poliziotti hanno spiegato d’avere in mano un biglietto con le ultime volontà di sua moglie, la risposta che hanno ricevuto dall’altra parte del telefono è stata incredibile. «Grazie mille ma
” Il marito al telefono Mia moglie sta bene, è qui accanto a me, quel biglietto è del 1996, l’ho perduto spostando scatoloni, una vecchia storia che abbiamo superato
La mobilitazione
Nel foglio trovato in strada la donna ringraziava l’analista, è stato lui a farla trovare
mia moglie è qui accanto a me, sta bene ed è tranquilla. Quel biglietto è una vecchia storia. È del 1996, ma abbiamo superato quel brutto periodo».
Ora la coppia di pensionati, entrambi ottantenni, non vive più in via Milazzo e si è gettata alle spalle quel periodo difficile. Dunque perché quel biglietto è finito in strada? Proprio giovedì mattina il marito della donna è tornato nella loro vecchia casa per recuperare degli scatoloni, e da uno di quei pacchi dei ricordi è scivolato via quel biglietto. Probabilmente lo aveva conservato proprio lei, come si conservano frammenti della propria vita. Che però giovedì mattina ha innescato una corsa contro il tempo. Una storia a lieto fine, seppure di ventidue anni fa.