Allarme Bologna
Ieri cda tecnico, si cercano soluzioni, ma la classifica pesa. Da Destro a Mbaye, il nodo dei «desaparecidos»
Serie A I rossoblù sono terzultimi dopo il pari con la Viola. Summit a Casteldebole
In città suona l’allarme Bologna Calcio: la classifica piange, i rossoblù sono terz’ultimi in mesta solitudine e riaffiorano antichi fantasmi con cui Bologna pensava di non dover più fare i conti, men che meno al quarto anno di serie A con Joey Saputo al comando.
Il patron
Questa mattina il patron italocanadese tornerà a Montreal — si rivedrà a Bologna sotto Natale, sperando che vada meglio dell’ultima volta quando mise un cartellino con il prezzo al collo di Simone Verdi — ma resteranno a Casteldebole, dove ieri si è tenuto un breve Cda tecnico, i suoi dirigenti: dall’ad Claudio Fenucci al ds Riccardo Bigon, passando per il responsabile scouting Marco Di Vaio. Sta a questo terzetto tirare fuori il Bologna dalla situazione attuale: cambiano allenatori, cambiano giocatori ma il valore della squadra peggiora, la classifica anche e l’unica costante delle ultime tre stagioni, insieme a patron Saputo, sono loro. Da una parte la decrescita di punteggi, soddisfazioni e ambizioni, dall’altra un aumento dei costi che non può passare inosservato: i 95,9 milioni di euro evidenziati nell’ultimo bilancio sono un fardello importante, a maggior ragione ora che il club si trova a dover fronteggiare l’emergenza di una possibile retrocessione.
Tredici milioni
Come scritto nei giorni scorsi, pur trattandosi di conteggi prudenziali, la previsionale di bilancio calcolata per l’esercizio in corso (e che tiene già conto di alcune plusvalenze dell’ultima estate di mercato) è di -13 milioni: con queste premesse, che margini di manovra avrà il Bologna a gennaio? Di certo bisognerà mettersi nell’ordine di idee di spendere sul mercato per rinforzare la squadra e soprattutto di farlo bene: i precedenti in tal senso non sono affatto confortanti, ma toppare stavolta significherebbe tuffarsi nel baratro. A mettere il sale sulle ferite della classifica ci pensano anche certe cifre di cui non si può non tenere conto valutando il lavoro dirigenziale: nel Bologna attuale ci sono desaparecidos o seconde linee che costano tantissimo al club.
Desaparecidos
Breve conto della serva: Destro, Falcinelli, De Maio, Gonzalez e Mbaye (per citare cinque elementi della rosa che fin qui hanno giocato meno della metà dei minuti a disposizione, passando dai 210’ di Destro ai 546’ di Falcinelli sui 1.283’ totali, recuperi compresi) tutti insieme costano al club più di 10 milioni lordi all’anno di ingaggio, tralasciando i prezzi cumulativi dei cartellini che vanno quasi a sfiorare i 25 milioni. Un piccolo esempio, ma ce ne potrebbero essere tanti altri su come il Bologna è arrivato fin qui, in una situazione deficitaria di classifica mentre il club brucia soldi necessitando di continue plusvalenze per non chiedere sempre opere di ripianamento a Saputo: la squadra sul campo continua a mostrare deficit tecnici evidenti, sbagliando cose elementari e mostrando ogni settimana, al
netto della buona volontà, una pochezza disarmante che l’ha portata a vincere solamente due gare su tredici. La tecnica «è tutta colpa dell’allenatore», tanto in voga lo scorso anno con Donadoni per mondare da ogni peccato la
Da ritrovare
Destro, Falcinelli, De Maio, Gonzalez e Mbaye: 10 milioni di ingaggio, pochi minuti
dirigenza, riesce difficile dopo aver reso Inzaghi l’uomo immagine della campagna abbonamenti per poi mandarlo in battaglia con un fucile a tappi, dopo un’estate in cui «sul mercato si è spesso praticamente tutto quanto incassato dalle cessioni» (Bigon dixit): ora tocca a chi lavora a Casteldebole prendersi le responsabilità per aver portato il Bologna in zona retrocessione con costi da metà classifica.