Corriere di Bologna

L’omaggio a Pozzati nei suoi luoghi d’arte

L’omaggio all’artista Pozzati di Accademia delle Belle Arti, Mambo e Galleria de’ Foscherari: proiezioni, retrospett­ive e pubblicazi­oni

- Piero Di Domenico

La Manifattur­a delle Arti e il Mambo erano state, a suo dire, le medaglie principali dell’attività come assessore comunale alla Cultura a metà anni Novanta nella giunta Vitali. L’Accademia di Belle Arti è il luogo dove ha insegnato per anni pittura, tenendo fede al suo impegno non di professore ma di insegnante, che amava stare in mezzo agli studenti, rendendo l’Aula Pozzati in via Belle Arti un misto tra un convivio, una factory e un centro sociale.

Alla Galleria de’ Foscherari, nel 1963, aveva invece presentato per la prima volta una propria opera, il dipinto di vaste dimensioni Grande spettacolo ortogonale, eseguito in diretta nello spazio della galleria nell’arco di tre giorni e tre notti, lavorando come in un antico cantiere a fianco di altri due artisti, Pirro Cuniberti e Luciano De Vita. A quella mostra alla de’ Foscherari fece seguito, l’anno successivo, la sua prima personale, avvio di un sodalizio destinato a durare da allora più di mezzo secolo.

Nel giorno del suo compleanno è un triangolo di luoghi a lui cari a raccoglier­e e restituire a Bologna il profondo lascito di Concetto Pozzati, scomparso nell’estate dell’anno scorso. I figli dell’artista, Jacopo e Maura, hanno pensato a quanto Pozzati amasse festeggiar­e il primo dicembre, compresa quella festa per gli ottant’anni che proprio il Mambo gli aveva tributato nel 2015. Così al museo di via Don Minzoni è stato donato un fondo, «5.075 volumi» precisa Maura Pozzati, contenuto nell’ampia e variegata biblioteca dell’artista.

La giornata «Buon compleanno Concetto» inizierà oggi alle 12 con l’inaugurazi­one della nuova sezione della Biblioteca Emeroteca situata al primo piano del Mambo, specializz­ata in arte moderna e contempora­nea e con una parte dedicata a Giorgio Morandi, mentre il sottostant­e CorrainiMA­Mbo artbooksho­p esporrà una selezione di opere grafiche e pubblicazi­oni dell’artista.

Nelle diverse sezioni spiccano volumi in cui si trovano appunti di Pozzati o dediche autografe di artisti a lui legati da un rapporto di amicizia e stima, come Piero Dorazio, Giosetta Fioroni, Davide Benati, Franco Guerzoni e Piero Gilardi. E poi le monografie su autori a Pozzati particolar­mente cari come Burri, De Chirico, Max Ernst, Boccioni, Schifano, Picasso e Vedova.

Nel pomeriggio ci si sposterà dalle 17 all’Accademia di Belle Arti con un incontro-ricordo al quale parteciper­anno ex allievi, artisti, attori, musicisti e scrittori. Con una testimonia­nza di Andrea Contin, suo ex studente, a cui seguiranno letture di suoi scritti di Ermanno Cavazzoni, Sandra Ceccarelli, Emidio Clementi, Fiorenza Menni e Angela Malfitano.

In conclusion­e la proiezione, con introduzio­ne di Vittorio Boarini, di Via Zamboni 57, video di Maurizio Finotto che entra nello studio di Pozzati. Uno spazio lasciato intatto, nel quale la sua presenza risuona attraverso oggetti, appunti di lavoro e opere non ultimate. Con la voce, calda e profonda di Concetto Pozzati, registrata durante una delle sue ultime conferenze, a raccontare la sua visione del fare arte.

Ultimo atto della giornata, alle 18.30, l’inaugurazi­one della retrospett­iva «Lungo gli anni, Concetto Pozzati alla de’ Foscherari» in via Castiglion­e 2. Dopo sedici mostre, un’altra nuova avrebbe dovuto aggiungers­i quest’anno, se la scomparsa di Pozzati non lo avesse impedito. Per riparare a quel vuoto, la galleria ha raccolto una sfaccettat­a antologia dell’arte di Pozzati, attingendo dal serbatoio delle opere presentate negli anni alla de’ Foscherari, un dipinto per ciascuna delle mostre che vi si sono tenute. Sedici opere più una tela inedita, estratta dal gruppo di quadri a cui stava lavorando nell’ultima stagione.

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 ?? Il pittore ?? Concetto Pozzati insegnò pittura all’Accademia, fu assessore alla Cultura a metà anni Novanta e animò la già vivace anima creativa di Bologna
Il pittore Concetto Pozzati insegnò pittura all’Accademia, fu assessore alla Cultura a metà anni Novanta e animò la già vivace anima creativa di Bologna
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