Alma Mater, Ubertini: «Università lasciate sole»
La sferzata di Ubertini all’inaugurazione dell’anno accademico. E le matricole Unibo crescono
Riaffermare il ruolo dell’università, e dell’Alma Mater (in continua crescita, +2% degli immatricolati che superano i 24 mila) in particolare. Per «sconfiggere l’effetto di effimero che ci circonda». Per dare la sveglia a un Paese «miope» che sta «trascurando la formazione universitaria, la didattica e la ricerca». Parole del rettore Ubertini all’inaugurazione dell’anno accademico.
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Riaffermare il ruolo dell’università, e dell’Alma Mater (in continua crescita, +2% degli immatricolati che superano i 24 mila) in particolare. Per «sconfiggere l’effetto di effimero che ci circonda». Per dare la sveglia a un Paese «miope» che sta «trascurando la formazione universitaria, la didattica e la ricerca». «L’Ateneo di Bologna — assicura il rettore Francesco Ubertini all’inaugurazione del 931esimo anno accademico — è e deve essere il laboratorio vitale di un Paese capace di crescere senza ascoltare quelle sirene che stanno immobilizzando giorno dopo giorno ogni aspetto della società».
L’aula magna di Santa Lucia è gremita come sempre in queste occasioni. Il vescovo Matteo Zuppi in prima fila insieme all’ex rettore Ivano Dionigi e al giudice costituzionalista Augusto Barbera, poi i parlamentari Andrea de Maria (Pd) e Annamaria Bernini (Forza Italia), il presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane Yassin Lafram, vari assessori di Comune e Regione, imprenditori. Ubertini, al giro di boa del suo mandato, sottolinea come la situazione di disinteresse verso l’università «negli ultimi tre anni è peggiorata». «L’Italia è al penultimo posto in Europa per numero di laureati e si avvia al triste primato dell’ultimo. Poi ci stupiamo se oggi mancano medici o tecnici. Per non parlare dei finanziamenti assolutamente inadeguati e della burocrazia ormai asfissiante». L’università dovrebbe trovarsi al centro del dibattito pubblico, invece insieme alla scuola «continuano a essere trascurate o peggio dimenticate». Perché?
È a questa domanda che il rettore cerca la risposta. «Abbiamo ascoltato tutto e il contrario di tutto su punti chiave della società — attacca — giustizia, riforme elettorali, vaccini, valore delle tecnologie, reddito di cittadinanza». Secondo Ubertini, «il problema non è il confronto delle opinioni, ma un tale susseguirsi di informazioni e notizie da paralizzare la capacità critica. Il problema è l’imporsi di un pensiero semplice là dove avremmo bisogno di un pensiero complesso». E qui rivendica il ruolo dell’università, il solo «spazio dove poter formare un pensiero complesso e poter distinguere il falso dal vero. Se avremo giovani pronti a capire, dotati di senso critico, avremo una società che non cade negli inganni». In questa direzione vanno le parole del rappresentante degli studenti Mirco Grammatico, indipendente di sinistra. «Esponiamoci, esponetevi, i tagli all’università sono giornalieri. L’interesse verso la nostra comunità è spesso un’apparenza che nasconde una profonda indifferenza».