Lady «cimena» porta i film in ospedale
Elena, regista, organizza le prime due proiezioni nelle pediatrie di Bellaria e Maggiore
Se i bambini non possono andare al cinema, il cinema va da loro. Anzi, «il cimena». Nato come il sogno di una regista cesenate che vive a Bologna, ora «il cimena» diventa realtà per i piccoli ricoverati nelle pediatrie degli ospedali Maggiore e Bellaria. È tutto farina del sacco di Elena Xerri, 41 anni, che con la collaborazione del cinema Orione l’11 e il 17 dicembre porterà il grande schermo nei due ospedali. I ricercatori di Pedagogia di Unibo seguiranno gli effetti sui bimbi.
Se i bambini non possono andare al cinema, il cinema si mette su quattro ruote e va da loro. Anzi, «il cimena». Nato come il sogno di una regista cesenate che vive a Bologna, ora «il cimena» — così i bimbi chiamano il cinema posponendone le lettere — diventa realtà per i piccoli ricoverati nelle pediatrie degli ospedali Maggiore e Bellaria. È tutto farina del sacco di Elena Xerri, 41 anni, nata in Romagna, prima una vita raminga come aiuto regista tra Milano e Roma, e poi una famiglia con due bimbi di 5 e 6 anni che ha deciso di radicare sotto le Due Torri. Eppure quello che le ha regalato nella vita il cinema, passione coltivata fin dall’infanzia, ha avuto il bisogno a un certo punto di condividerlo con i bambini che non hanno la possibilità di uscire dall’ospedale per andare a vedere un film con genitori e amici.
Ed ecco che Elena si è rimboccata le maniche, ha fondato un’associazione di promozione cinematografica no profit, sta per far partire una campagna di crowdfunding per sostenere le spese del progetto e ha stretto un accordo con la Ausl per portare il grande schermo ai piccoli pazienti ricoverati nelle due strutture. E ce l’ha fatta. Le prime due proiezioni stanno per «approdare» al Bellaria e al Maggiore. L’11 dicembre assisteranno allo spettacolo i bambini del Bellaria, mentre la settimana dopo, il 17 dicembre, toccherà a quelli del Maggiore. Le pellicole? «Le sceglierò al momento, perché dovrò valutare in base ai bambini presenti e alle situazioni, ma posso assicurare che c’è una grandissima volontà di selezionare delle cose speciali per questi bimbi». E tra queste non possono mancare i lavori del regista giapponese Miyazaki. «Ma ci saranno anche corti d’animazione con durate compatibili con le esigenze dei piccoli pazienti».
L’organizzazione, trattandosi di ospedali, è complessa. Ma Elena, che negli ultimi mesi ha bussato alle porte di fondazioni e Cineteca per avere un sostegno, non si è persa d’animo. E alla fine ha trovato una collaborazione importante con il cinema Orione che ha voluto entrare nel progetto come sostenitore. Sono stati i responsabili della programmazione dell’Orione a metterla quindi in contatto con l’associazione culturale «OTTOmani» che fa laboratori di cinema animato. «Il cinema teatro Orione mi dà un supporto tecnico — spiega Elena — e l’associazione OTTOmani mi aiuta nella qualità dei contenuti e nella logistica».
La Ausl plaude alla proposta della regista e sta alla finestra a vedere come evolverà il progetto in futuro. La speranza, ovviamente, per Elena è che il suo «cimena» appassioni i bambini e quindi le strutture che li ospitano. Perché il grande schermo possa poi arrivare davvero ovunque. «Il mio sogno — dice la regista — è portarlo davvero ovunque a bordo di un camioncino. Portarlo a quelle persone che non si possono spostare. Lo immagino arrivare nelle case di riposo per anziani, per esempio, o nei centri d’accoglienza. Il cinema è sempre stato la mia isola felice e vorrei che lo diventasse per tutti quelli che non possono goderne i benefici. Per questo voglio regalare a questi bambini ricoverati la visione di pellicole esclusive, perché l’esclusione che stanno vivendo in questo momento si trasformi, anche se per poco tempo, in esclusività».
Intanto Elena ha avviato anche una collaborazione con la cattedra di Pedagogia di Unibo: alcuni ricercatori vogliono fare un monitoraggio del progetto, attraverso dei questionari, per capire gli effetti dei film sui bimbi, sulle loro famiglie e sugli operatori sanitari.