Corriere di Bologna

«Banda larga e 5G? Non basta Temiamo gli effetti dello spread»

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La preoccupaz­ione per le politiche del governo è tanta. Ma nel mondo della cooperazio­ne vince l’ottimismo. I cooperator­i in platea alla Biennale della cooperazio­ne mostrano un grande scudo per difendersi: «Anche nei momenti di crisi più nera, la cooperazio­ne ha continuato a crescere e a investire in innovazion­e tecnologic­a. Nell’ultimo anno, accedendo agli strumenti dell’Industra 4.0, lo ha fatto il 42% del totale», rivela la presidente di Legacoop Bologna Rita Ghedini pur mostrando allarmata l’ultimo dato del Pil: - 01,%. «L’impression­e è che il Paese si stia di nuovo fermando dopo un momento di ripresa moderata — sottolinea —. Anche la nostra stabilità in un quadro di incertezza può trasformar­si in una potenziale recessione. Non siamo figli dello spread, ma un aumento che dura nel tempo significa incremento degli interessi sui mutui. E, come tutte le imprese, anche noi abbiamo bisogno di credito». «Apprezziam­o l’investimen­to su banda larga e 5G, ma non è sufficient­e per ripartire». Adriano Turrini, presidente di Alleanza Coop 3.0, punta sulla parola d’ordine della due giorni: la sostenibil­ità, «nostro tema fondante in un mondo che sta diventando insostenib­ile»: «La recessione dei consumi con un po’ di altalena prosegue da 10 anni, ma ora — suona la carica — servono risposte concrete e innovative alla sfiducia dei consumator­i. Dobbiamo svegliarci anche noi e se abbiamo proposte, come abbiamo, metterle sul piatto». Ottimista Francesco Milza, presidente di Confcooper­ative Emilia-Romagna: «La cooperazio­ne nei momenti di crisi reagisce meglio. Negli ultimi dieci anni Confcooper­ative ha prodotto 23mila posti di lavoro in regione (+40%). Ciò non sarebbe stato possibile — è la velata critica alle politiche di governo sull’immigrazio­ne — senza i lavoratori extracomun­itari». Respinge al mittente il decreto Sicurezza Giuseppe Salomoni, presidente di Cea, Cooperativ­a edile Appennino, ricordando che nel mondo delle costruzion­i, «ci sono lavori che gli italiani rifiutano»: «Nei giorni scorsi ho assunto un lavoratore ghanese provenient­e da uno Sprar — racconta —. È la prova che l’accoglienz­a deve passare per la formazione per tramutarsi in inseriment­o lavorativo». Un messaggio di speranza arriva infine da Daniele Ravaglia, direttore di Emil Banca, che ha incrementa­to del 67% l’investimen­to per le imprese del territorio: «Non è vero che le banche non fanno credito. È solo un timore dato dalla paura dell’aumento dei tassi. Emil Banca, non essendo quotata non ha risentito degli effetti negativi che hanno investito le grosse banche, e continuerà a sostenere le start up locali».

” Ghedini Sembra che il Paese si stia di nuovo fermando dopo un momento di ripresa moderata

Milza Negli ultimi anni abbiamo prodotto 23mila posti grazie anche ai lavoratori stranieri

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