«Banda larga e 5G? Non basta Temiamo gli effetti dello spread»
La preoccupazione per le politiche del governo è tanta. Ma nel mondo della cooperazione vince l’ottimismo. I cooperatori in platea alla Biennale della cooperazione mostrano un grande scudo per difendersi: «Anche nei momenti di crisi più nera, la cooperazione ha continuato a crescere e a investire in innovazione tecnologica. Nell’ultimo anno, accedendo agli strumenti dell’Industra 4.0, lo ha fatto il 42% del totale», rivela la presidente di Legacoop Bologna Rita Ghedini pur mostrando allarmata l’ultimo dato del Pil: - 01,%. «L’impressione è che il Paese si stia di nuovo fermando dopo un momento di ripresa moderata — sottolinea —. Anche la nostra stabilità in un quadro di incertezza può trasformarsi in una potenziale recessione. Non siamo figli dello spread, ma un aumento che dura nel tempo significa incremento degli interessi sui mutui. E, come tutte le imprese, anche noi abbiamo bisogno di credito». «Apprezziamo l’investimento su banda larga e 5G, ma non è sufficiente per ripartire». Adriano Turrini, presidente di Alleanza Coop 3.0, punta sulla parola d’ordine della due giorni: la sostenibilità, «nostro tema fondante in un mondo che sta diventando insostenibile»: «La recessione dei consumi con un po’ di altalena prosegue da 10 anni, ma ora — suona la carica — servono risposte concrete e innovative alla sfiducia dei consumatori. Dobbiamo svegliarci anche noi e se abbiamo proposte, come abbiamo, metterle sul piatto». Ottimista Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia-Romagna: «La cooperazione nei momenti di crisi reagisce meglio. Negli ultimi dieci anni Confcooperative ha prodotto 23mila posti di lavoro in regione (+40%). Ciò non sarebbe stato possibile — è la velata critica alle politiche di governo sull’immigrazione — senza i lavoratori extracomunitari». Respinge al mittente il decreto Sicurezza Giuseppe Salomoni, presidente di Cea, Cooperativa edile Appennino, ricordando che nel mondo delle costruzioni, «ci sono lavori che gli italiani rifiutano»: «Nei giorni scorsi ho assunto un lavoratore ghanese proveniente da uno Sprar — racconta —. È la prova che l’accoglienza deve passare per la formazione per tramutarsi in inserimento lavorativo». Un messaggio di speranza arriva infine da Daniele Ravaglia, direttore di Emil Banca, che ha incrementato del 67% l’investimento per le imprese del territorio: «Non è vero che le banche non fanno credito. È solo un timore dato dalla paura dell’aumento dei tassi. Emil Banca, non essendo quotata non ha risentito degli effetti negativi che hanno investito le grosse banche, e continuerà a sostenere le start up locali».
” Ghedini Sembra che il Paese si stia di nuovo fermando dopo un momento di ripresa moderata
Milza Negli ultimi anni abbiamo prodotto 23mila posti grazie anche ai lavoratori stranieri