Tecnici «green» cercansi Alla filiera energia servono 45.000 addetti
Costruiscono, tra le altre cose, impianti elettrici e termoidraulici, generatori, componenti per climatizzazioni in ambito civile e industriale e sono sempre più investiti dall’urgenza della salvaguardia del pianeta. Sono le industrie della filiera energia. Per far fronte all’auspicata rivoluzione «green» e all’innovazione tecnologica, chiedono professionalità. Anche in questo campo, insomma, come sta sempre più emergendo in ogni settore, c’è bisogno di formazione competitiva.
Solo in Emilia-Romagna si calcola che entro la fine del 2018 si apriranno 45 mila nuove posizioni. Il tema della formazione è molto sentito dalle imprese, tanto che in due mesi di assemblee delle venti filiere rappresentate da Confindustria Emilia si è registrata la partecipazione di 600 aziende. L’ultimo incontro è stato appunto quello delle «energetiche», riunitesi per la prima volta, a Modena. Solo questo è un comparto che occupa quattromila persone e comprende una settantina di imprese con un fatturato che sfiora i 5 miliardi di euro. «Energy Job Transition — nuove professioni per nuove energie» è stato il titolo dell’incontro. In questa occasione è stata scattata una prima fotografia delle esigenze e delle criticità a livello nazionale. Intanto, il settore energia sta conoscendo un’espansione che marcia a grande velocità e non si può rinunciare a tenere il passo. Reclutare tecnici esperti o laureati ad alta professionalità sarebbe il primo passo, ma non è detto che il sistema della formazione sia adeguato. Tutte le attività cosiddette «green» sono coinvolte: dall’efficienza energetica al risk management ambientale, dal programmatore agricolo a filiera corta al meccanotronico basato sull’economia circolare. Su questi processi si innestano i cosiddetti «greenjobs, che in Italia contano 3 milioni di occupati ( il 13% della forza lavoro). Secondo le stime di Confindustria, presto nel serviranno almeno altri 450 mila, di cui il 10% appunto nella nostra regione e più di 20 mila nelle sole province di Bologna, Ferrara e Modena.
«L’energia è infatti un bene primario, un elemento indispensabile a ogni processo industriale e ogni attività civile — rimarca Claudio Fiorentini, presidente della filiera dell’associazione — Il settore è alla vigilia di una importante transizione che inciderà profondamente su ogni fase della filiera, dai metodi di produzione fino agli utilizzi finali del prodotto, e persino sulla vita quotidiana delle persone. Sono indispensabili risorse e competenze specifiche». Per iniziare nel 2019 è prevista una call mirata di startup e un’attività di open innovation.