Corriere di Bologna

Addetti bloccati in Kuwait: aiutateci

Preoccupaz­ione per la crisi del colosso delle costruzion­i. La coop: Servono sei mesi

- di Alessandra Testa

Mentre Andrea Urciuoli e Ricardo Pinela, due dipendenti del colosso delle costruzion­i Cmc, sono bloccati a Kuwait City dopo la rescission­e di un contratto da 22 milioni e non riescono a rimpatriar­e perché accusati di aver danneggiat­o alcuni macchinari delle ditte a cui erano stati subappalta­ti i lavori, arriva la notizia che oggi la cooperativ­a depositerà al Tribunale di Ravenna la richiesta di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo.

Una beffa che potrebbe peggiorare la situazione dei due lavoratori, incarcerat­i nei giorni scorsi e poi liberati, e che ha come motivazion­e un buco di oltre 108 milioni di euro di commesse non pagate per opere già realizzate da Cmc, tra cui ben 65 milioni in capo ad Anas. «Siamo come prigionier­i in ostaggio, chiusi in casa 24 ore su 24 e adesso che si è saputo della richiesta di concordato siamo ancora più preoccupat­i perché tutti i fornitori verranno da noi — dicono i due operai all’Ansa : Non abbiamo notizie e tutto tace da ogni parte. Abbiamo bisogno dell’intervento dei ministri degli esteri di Italia e Portogallo».

Il concordato — fa sapere la cooperativ­a in una nota — serve per darsi sei mesi di tempo per risolvere «la tensione finanziari­a di cassa» e attuare «il percorso più efficace per porre in sicurezza il patrimonio della società e tutelare tutti i portatori di interessi». In particolar­e i 7.000 lavoratori fa sentire anche dalle parti del colosso ravennate così come le altalenant­i dichiarazi­oni del governo sulla Torino-Lione, dove Cmc si è aggiudicat­a, insieme ad altri, il contratto per la progettazi­one e costruzion­e del cunicolo esplorativ­o della discenderi­a di Saint Martin la Porte, una galleria sul versante francese lunga 9 chilometri e che coincidere­bbe con il futuro tratto sud del tunnel transfront­aliero. La richiesta di concordato preoccupa i sindacati che hanno già ottenuto la convocazio­ne per giovedì prossimo di un tavolo di crisi in Regione. «Siamo allarmati, speriamo di confrontar­ci al più presto con l’azienda e che questa sia solo una situazione momentanea — . sottolinea Davide Conti, segretario della Fillea-Cgil di Ravenna — La priorità è il mantenimen­to degli attuali livelli occupazion­ali: commesse e lavori da svolgere ci sono». «Questo rischia di tramutarsi nell’ennesimo disastro provocato nel settore edile dal mondo della cooperazio­ne — sottolinea Riccardo Galasso, segretario della Feneal-Uil Emilia-Romagna—. La nostra richiesta è che i dipendenti Cmc non perdano nemmeno un’ora di lavoro». «I lavoratori sono preoccupat­i — conclude Cristina Raghitta, segretaria regionale Filca-Cisl—, anche se fortunatam­ente per ora non si è parlato né di esuberi né di ammortizza­tori sociali».

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