Caso Venturi, i medici: trovare un accordo Ma gli infermieri invitano Bugani a bordo
Ma l’Ordine nazionale: trovare la quadra. Infermieri a Bugani: vieni a vedere come lavoriamo
La radiazione dell’assessore regionale alla Sanità dall’Ordine dei medici di Bologna continua a far discutere. Non solo non si contano i messaggi a sostegno di Sergio Venturi, ma anche le reazioni indignate degli infermieri contro il pentastellato Massimo Bugani. «Venga da noi a vedere come lavoriamo», dicono.
La radiazione dell’assessore regionale alla Sanità dall’Ordine dei medici di Bologna continua a far discutere. Non solo non si contano i messaggi a sostegno di Sergio Venturi, reo di aver proposto una delibera, poi votata dalla Giunta regionale nel 2016, che autorizzava l’adozione di linee guida sulla presenza degli infermieri sulle ambulanze, ma anche le reazioni indignate da parte degli infermieri nei confronti del pentastellato Massimo Bugani, capogruppo in Comune e braccio destro di Davide Casaleggio. Il suo post su Facebook («in ambulanza in Emilia-Romagna praticamente ci hanno soccorso gli autisti e gli infermieri per tantissimo tempo. Vergogna!») ha raccolto centinaia di commenti di biasimo. «Lo invito personalmente a passare qualche giorno con noi, in centrale operativa, in ambulanza e in elicottero — dichiara Andrea Finelli, coordinatore infermieristico a Bologna e consigliere dell’Ordine degli infermieri —, così potrà rendersi conto di come lavoriamo».
I confederali Anche Cgil, Cisl e Uil della sanità difendono l’assessore:
«È come l’inquisizione»
La dichiarazione più dura, contro l’Ordine di Bologna e chi lo preside, Giancarlo Pizza, che anche ieri non ha mai risposto al telefono, è dei direttori generali, amministrativi e sanitari di Ausl, policlinici e Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico della regione. Da Piacenza a Rimini, i 42 manager temono che la radiazione di Venturi non sia solo una punizione al medico ma un «avvertimento» a non mettersi contro l’Ordine. Per questo la solidarietà a Venturi «non può riguardare solo il personale sanitario — scrivono —. È anche una più generale esigenza di libera vita civile». «In tutto il mondo civile — scrivono — il soccorso sanitario d’emergenza è largamente svolto da personale non sanitario con addestramento sanitario d’emerOrdine genza. Non occorrono titoli accademici per saperlo. Basta andare nei civili paesi d’Europa per rendersene conto». A questo si aggiunge il fatto che «in letteratura scientifica non risultano evidenze di vantaggi sanitari derivanti dall’impiego di personale medico nelle emergenze territoriali». Inoltre in EmiliaRomagna «la disponibilità di medici nel soccorso territoriale è maggiore che in Veneto e in Lombardia, dove evidentemente è possibile far funzionare un efficiente sistema di soccorso territoriale, con il contributo di medici e infermieri, senza incorrere in violazioni della deontologia medica».
Pur non potendo entrare nel merito, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Filippo Anelli dichiara che «la vicenda di Bologna è l’espressione del disagio dell’intera professione medica». Alla Federazione, così come alla Ceps e alla Cassazione, ha fatto ricorso Venturi per chiedere se un professionale poteva pronunciarsi su un atto amministrativo come una delibera. Per Anelli comunque «nel campo dell’emergenza, la diagnosi non può che essere affidata al medico. Quindi, anche nel soccorso avanzato, dovremmo trovare un modello che valorizzi medico e infermiere, per assicurare al cittadino il massimo livello delle cure e dell’assistenza». Per il sindacato Anaao (dove militò Pizza) la decisione dell’Ordine è «inaccettabile». Si dicono «sconcertati» anche i confederali di Cgil, Cisl, Uil, mentre per la Fp-Cisl regionale la radiazione è «strumentale». «È come l’inquisizione» per la Fp-Cgil medici nazionale.