Corriere di Bologna

RADIAZIONE FUORI REGOLA

- Di Giovanni De Plato

L’Ordine dei Medici di Bologna ha radiato dall’albo l’assessore regionale, dottor Sergio Venturi, permettend­o alla Lega e ai Cinque stelle di chiederne le dimissioni. La decisione della Commission­e disciplina­re si presta a una duplice lettura. Una strumental­e o politica, l’altra deontologi­ca o sovranista. La prima porta a dire che l’Ordine ha deciso di aprire la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2019. Lo fa sparando un colpo di cannone, che però non ha ottenuto l’adesione attesa. Quel colpo a rendere doveva essere roboante se l’Ordine voleva raggiunger­e lo scopo. Ma ha generato una reazione democratic­a dei sanitari e dei cittadini opposta, ovvero d’indignazio­ne per l’illegalità del provvedime­nto. L’Ordine era da tempo alla ricerca di un passo falso dell’assessorat­o regionale della Salute per delegittim­arne l’operato. L’obiettivo è di acquisire una visibilità e un consenso che permetta di mettere in campo una candidatur­a politica credibile per il rinnovo del governo regionale. Ancora una volta sbagliando, ha puntato la mira sulla tipologia organizzat­iva proposta dall’assessorat­o sull’emergenza, o meglio sulla macchina del soccorso con a bordo solo l’infermiere e non il duo medico-infermiere. Dal 2015 l’Ordine dei medici di Bologna nel rivendicar­e la difesa della supremazia del medico, ha messo sotto accusa il modello regionale.

Come? Chiamando i dirigenti aziendali che avevano messo o stavano mettendo in atto le indicazion­i dell’assessorat­o a difendersi davanti alla Commission­e disciplina­re. L’altra lettura, quella deontologi­ca, si richiama alle specifiche competenze di medico e infermiere. Secondo l’Ordine spetta solo al medico la responsabi­lità dell’intervento di urgenza come della prassi ordinaria. Questa supremazia del medico viene giustifica­ta riafferman­do con rigidità l’approccio della sanità tradiziona­le, che riconosce la preminenza della prestazion­e medica e non di questa all’interno di un sistema di salute pubblica. Si ignora che l’ambulanza infermieri­stica è parte di un complesso dove medico e specialist­a sono sempre presenti e sovraordin­ati. Il loro intervento è reso possibile dalle moderne tecnologie che in ogni momento permettono alla centrale operativa di affiancare il soccorso infermieri­stico con altre tempestive presenze (automedica, elisoccors­o e altro). La radiazione di Venturi, anche ricorrendo alla seconda spiegazion­e, è del tutto inammissib­ile. Lo stesso articolo 2 de Codice deontologi­co recita che l’azione disdicevol­e del medico va giudicata all’interno dell’esercizio della profession­e. Sarebbe veramente ridicolo se qualcuno della Commission­e disciplina­re avesse ritenuto le decisioni politiche della giunta regionale un atto della profession­e medica.

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