Corriere di Bologna

Batterio in sala Salgono a 4 i casi accertati sulla via Emilia

I decessi sono tre

- M. Ama. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In Emilia-Romagna salgono a quattro i casi accertati di infezione da Mycobacter­ium chimaera. Si sono infatti concluse le verifiche sui due casi sospetti emersi già due settimane fa su pazienti operati a cuore aperto, come i due precedenti, al Salus Hospital di Reggio Emilia. «Dei quattro casi di infezione, tre sono decessi mentre un paziente è in buona salute», spiega Maria Luisa Moro, direttrice dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale, «stiamo ancora lavorando per cercare di capire se ci sono stati altri casi di infezione, analizzand­o la coorte di operati per sostituzio­ne delle valvole aortiche tra il 2010 e il 2017 che hanno avuto un decesso per infezione». Si tratta di 134 casi complessiv­i che sono passati al setaccio dalla Regione per rispondere a una precisa richiesta del ministero della Salute dopo le morti in Veneto (sei, su 18 casi di infezione) e in EmiliaRoma­gna e le inchieste aperte dalle Procure di Vicenza e Reggio Emilia. «A volte si tratta di pazienti complessi che hanno cartelle cliniche di centinaia di pagine — prosegue Moro —, non ci aspettiamo in realtà altri casi perché l’incidenza attesa dell’infezione è molto bassa anche negli operati a cuore aperto. Comunque speriamo di concludere questo lavoro entro Natale». La Regione ha nel frattempo spedito una lettera informativ­a ad oltre diecimila persone operate «a cuore aperto» in questi anni con le indicazion­i da seguire in caso di sintomi quali febbre, sudorazion­i notturne e deperiment­o organico per oltre due settimane. Pare che colpevole di queste infezioni sia il mal funzioname­nto di un dispositiv­o per il riscaldame­nto e raffreddam­ento del sangue durante la circolazio­ne extracorpo­rea. La Regione ha da tempo chiesto la sostituzio­ne di questi dispositiv­i o il loro adeguament­o per garantire la sicurezza ai pazienti.

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