I Prati contesi Zanotti: la città deve essere più ambiziosa
Il presidente Zanotti: «Bologna torni a essere ambiziosa»
Dopo il rilancio del rettore Francesco Ubertini sulla cittadella di ricerca e impresa ai Prati di Caprara, anche il presidente della Fondazione Golinelli si dice pronto a ragionare sull’idea che tra l’altro fu sua di uno «studium» nella zona ovest del bosco, quella dove oggi ci sono solo ruderi del passato. «Bologna deve essere ambiziosa», ammonisce Andrea Zanotti.
Un anno fa Studium era il titolo di una mostra fotografica realizzata dalla Fondazione Golinelli in collaborazione con l’Alma Mater. Ora «studium» può rappresentare una nuova sfida per Bologna che coinvolge, intorno ai Prati di Caprara, proprio quelle due realtà e altre ancora, pronte a collaborare per costruire un futuro di scienza e impresa in un’area della città che spontaneamente si è espressa in una vocazione prettamente intellettuale. Una «cittadella di ricerca e impresa», per dirla con il rettore Francesco Ubertini che ha rilanciato la proposta martedì scorso. «Studium» la ribattezza oggi il presidente della Fondazione Andrea Zanotti, richiamandosi all’antica università e al concetto di «fare mentre si studia». La paternità dell’idea è di Zanotti che oggi la rilancia, ricordando: «Bisogna che Bologna torni ad essere ambiziosa».
Archiviata l’ipotesi di edificare ai Prati di Caprara una cittadella della moda, e chiusa l’istruttoria pubblica voluta dal comitato Rigenerazione no Speculazione, torna in auge e si fa sempre più concreta l’ipotesi della realizzazione nella parte ovest di un ulteriore spazio dedicato allo «studium», appunto. «Sarebbe bello se l’area fosse usata per studentati, visto che c’è bisogno, e per iniziative legate all’imprenditorialità, alle startup, assieme a ciò che già sta facendo l’Opificio Golinelli» ha dichiarato Ubertini. «Certo che sono d’accordo: credo che quella del rettore sia un’indicazione di sistema ulteriore, ne ha parlato dicendo che manca un luogo di snodo tra alta ricerca, innovazione e impresa».
Ubertini ha però chiarito che l’Università non ha disponibilità economica per investire direttamente in quell’area. Il Comune, per voce dell’assessore all’Ambiente Valentina Orioli, fa presente che «certamente l’Università è un interlocutore importante, ma una cosa è farsi promotori di un progetto, altro esprimere un punto di vista senza poterlo promuovere. Anche a me piacerebbe che in quell’area si stabilissero delle funzioni d’eccellenza, ma c’è una proprietà che ha diritto di fare delle proposte e dei cittadini che hanno i loro punti di vista. Se ne discuterà». Il collega Matteo Lepore, in realtà, a settembre si era mostrato molto interessato al progetto. «Abbiamo registrato interesse e grande attenzione da parte di Lepore all’ipotesi di sviluppo di quell’area — ricorda Zanotti —, al netto dell’ipoteca sull’ambiente che comunque è compatibile con la nostra idea».
Sulla sostenibilità economica e ambientale della cittadella, o «Studium», Zanotti è ottimista. «Prima vengono le idee poi i soldi. E l’idea di un polmone verde non va in contrasto con la nostra. È bene che maturi un’idea complessiva, in un incrocio tra realtà che possano valorizzarla e capitalizzarla. I capitali si trovano sulle idee», precisa. Zanotti guarda avanti. «Lì sta partendo l’incubatore-acce- leratore nostro, c’è un competence centre, lì nascono idee. E nel giro di 4-5 anni, se maturano idee buone, cosa facciamo, le mandiamo a realizzarsi altrove o le teniamo qui? Quello dei Prati di Caprara può essere un luogo di investimento, un traino sulla città che ha bisogno di una visione di futuro e va reinterpretata».
Zanotti è convinto che quello scampolo di Bologna possa far gola a tanti. «Chi ha investito nel competence può avere un interesse ad esempio, e se io fossi un imprenditore crederei in quel luogo e nella sua vocazione».
Anche in Fondazione ci hanno ragionato. «Cosa costruiremmo lì? Di idee ne abbiamo ma è ancora prematuro parlarne, bisogna vedere se c’è consenso e capire che idea ha di sé la città, sicuramente l’ipotesi di cittadella o studium è meno peregrina di un anno fa».