Lavoro, giovani e criminalità sono i tormenti dei bolognesi
L’indagine del Comune sulla qualità della vita: c’è chi ha avuto un tracollo del reddito del 40%
Quasi un bolognese su tre ha difficoltà ad arrivare a fine mese con lo stipendio. Nonostante ciò, più di 9 cittadini metropolitani su 10 sono soddisfatti della qualità della vita nel proprio Comune e anche a Bologna la soddisfazione totale oltrepassa il 90%.
É lo spaccato che emerge dall’indagine statistica di Palazzo d’Accursio sulla qualità della vita, basata su un campione di 2.200 intervistati, illustrata ieri all’Opificio Golinelli ad un incontro su «Disuguaglianze e periferie» organizzato dall’Istituto Cattaneo. Cinque cittadini su cento fanno una grande fatica ad arrivare a fine mese. E un altro 25% registra «alcune difficoltà» a far tornare i conti. Quindi un 30% è effettivamente in difficoltà: una fetta della popolazione a cui «dobbiamo porre molta attenzione», afferma l’assessore al Bilancio Davide Conte. «Siamo una città sempre dotta ma un po’ meno grassa. O meglio, con i ricchi un po’ più ricchi e i poveri che stanno un po’ peggio», continua l’assessore.
Nel complesso il reddito negli ultimi anni è aumentato leggermente, del 3-4%, ma tra i giovani «c’è chi ha avuto un calo del 40%. Un tracollo a cui bisogna porre rimedio», sottolinea Conte». Ma proprio sui più giovani l’indagine dà un’immagine inattesa. Infatti, nonostante il 67% dei giovani intervistati dichiari preoccupazione economica legata al lavoro, non si affievoliscono le speranze e l’ottimismo e l’82% ritiene che nei prossimi 5 anni la situazione personale migliorerà. «Non bisogna dare loro redditi di cittadinanza, ma gli strumenti per realizzare le ambizioni», osserva l’assessore al Bilancio.
In cima alle preoccupazioni dei cittadini bolognesi c’è dunque la situazione economica, seguita dalle inquietudini sociali (futuro dei giovani, crisi dei valori, malesseri) e dalla criminalità. A sorpresa, l’immigrazione occupa l’ultimo posto nell’agenda problematica dei cittadini, anche se triplica quasi il suo peso percentuale rispetto a quindici anni fa (passando dal 3,8% all’8,3%).
Nonostante criticità e disagi, gli alti livelli di soddisfazione individuale sulla qualità della vita, guardando i dati dello studio, si spiegano con l’elevata qualità dei servizi. A Bologna i servizi culturali riscuotono consenso unanime, mentre un 20% circa è insoddisfatto della raccolta rifiuti e dei servizi sociali per anziani e disabili. Mentre nel resto del territorio metropolitano c’è un’inversione di atteggiamento: più soddisfatti per verde pubblico e servizi sociali, meno per l’offerta culturale. C’è poi un elemento di criticità che balza agli occhi: c’è in tutta la Città metropolitana, ma a Bologna ancora di più, un elevato indice di partecipazione culturale e di impegno sociale (associazionismo e solidarietà) ma il capitale sociale, cioè la fiducia generalizzata nelle altre persone subisce una flessione. Il 55% dei bolognesi pensa che si debba stare molto attenti agli altri, percentuale che sale al 57,3% nei Comuni metropolitani.
«L’indebolimento del capitale sociale è l’elemento più critico di questo studio —
Immigrazione
A sorpresa è l’ultima preoccupazione dei bolognesi, in testa i problemi economici
commenta l’assessore Conte — perché il tessuto sociale di Bologna è sempre stato la sua forza, anche di attrazione di investimenti privati nel welfare di comunità. Se c’è quest’inflessione dobbiamo dare una risposta, lo stiamo facendo con il bilancio partecipativo e l’aumento delle risorse per il welfare nel 2019, ma dobbiamo continuare a interrogarci, se necessario rinnovare i servizi». «É vero che a Bologna si sta bene ed è migliorata economicamente — commenta Gianluigi Chiaro di Nomisma —, ma nei prossimi anni rischia di essere molto piu’ eterogenea di altre città, soprattutto nei Comuni della prima cintura». Anche sotto le Due Torri torna infatti ad avere peso la rendita urbana, con «espulsione» di chi non riesce a sostenere gli affitti dalle aree più centrali.