Corriere di Bologna

Il Nettuno al combattent­e Grillini «Premiati quarant’anni per i diritti»

In Comune, fra i tanti, Stefano Benni e la Cirinnà. E lui: ora lotto contro il cancro

- B. P. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È come se il Gay Pride per una volta avesse preferito Palazzo d’Accursio alla piazza e alle strade. C’erano così tante persone ieri pomeriggio in Comune per la consegna da parte del sindaco Virginio Merola del Nettuno d’Oro al leader storico della comunità omosessual­e italiana Franco Grillini, che la Sala Rossa (quella dei matrimoni) pensata in un primo momento per la cerimonia è subito apparsa troppo stretta a tutti. E così si è optato per quella più grande del Consiglio comunale, dove alla fine comunque non si contava alcun posto a sedere libero, e così molti hanno dovuto assistere in piedi.

C’erano gli amici e i parenti di Grillini, gli attivisti dell’Arcigay, quelli storici come Beppe Ramina e Samuel Pinto, e i più giovani. C’era lo scrittore Stefano Benni e la senatrice Monica Cirinnà (suo il nome che porta la legge sulle unioni civili). Il massimo premio cittadino a Grillini è stato deciso da Merola «per riconoscer­e quello che ha fatto per i diritti civili di questo Paese e per la reputazion­e di questa citta». «Grillini — ha proseguito il sindaco visibilmen­te commosso (i due si conosco da quando erano ragazzi e hanno cominciato assieme in città la militanza politica) — è un grande figlio della vera Bologna, quella europea, che resterà tale, perché i confini e i muri ci stanno stretti». In un Paese, ha rimarcato Merola, «in cui il governo manda i migranti per strada e sindaci zelanti rendono obbligator­i il presepe e il crocifisso».

Commosso è stato anche l’intervento di Grillini in Consiglio comunale, l’unica aula che non ha attraversa­to nel suo lungo percorso politico

Alla cerimonia anche la sua insegnante di italiano, che oggi ha più di 80 anni

” Merola Franco ha fatto tanto per la reputazion­e di questa città ed è un figlio della vera Bologna, quella che rifiuta i muri

(è stato parlamenta­re, consiglier­e provincial­e e regionale). «La mia ultima lotta — ha ricordato Grillini — è contro il tumore cronico, stare in vita per me significa spendere fino alle ultime energie per le battaglie a favore degli ultimi e dei discrimina­ti. Non vergogniam­oci degli anni che passano, perché passano per tutti. Non ci si può vergognare ad andare in giro con un bastone come me, un deambulato­re o una carrozzina».

Non potevano mancare l’appuntamen­to anche gli altri leader dell’Arcigay, dal presidente onorario Sergio Lo Giudice, a quello del Cassero bolognese Vincenzo Branà fino al segretario nazionale Gabriele Piazzoni. Quello consegnato a Grillini, ha sottolinea­to Piazzoni, «è un riconoscim­ento importante per una intera comunità, per il lavoro fatto in 35 anni».

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