L’intervista
Grillini, per la prima volta il Nettuno d’Oro va ad un omosessuale. Un consegna tardiva?
«No, arriva al momento giusto e devo ringraziare Merola, questo riconoscimento è per tutto il movimento gay. In questa fase della mia vita sto tirando le somme, e devo dire che se guardo indietro non posso che sorridere. Abbiamo cambiato il mondo con una rivoluzione gentile, senza violenza».
Partiamo dall’inizio, da quando ha capito di essere omosessuale.
«È stato un processo lungo e doloroso, durato tra il 1978 e il 1982, ero più che ventenne. Non fu facile, ai tempi non c’erano modelli di rappresentazione omosessuale positivi. Per questo ho fatto di tutto per andare in tv. Ai ragazzi e alle ragazze serviva un modello positivo».
Chi è stato importante per lei in quegli anni?
«La mia insegnate di italiano. Mi fece apprezzare la cultura, la letteratura e la politica. Grazie a lei ho letto tutti i classici del marxismo. Quando ha saputo del Nettuno ha voluto essere presente in Comune. E dire che ha più di 80 anni».
Un libro fondamentale?
«“Porci con le ali” di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice. Uscì nel 1976 e io stavo vivendo un periodo etero molto confuso».
Perché?
«Con la fidanzata del tempo volevamo avere dei figli, soprattutto lei. Per questo decisi di iscrivermi a Pedagogia. A dire il vero lo feci anche perché era l’unica facoltà ad avere i corsi serali, e io ero pur sempre figlio di operai, di giorno dovevo lavorare».
E poi?
«Ci guardammo negli occhi e capimmo che non avevamo i soldi per mettere su famiglia e così finì. Poco dopo mi accorsi che il mio desiderio andava in tutt’altra direzione».
La prima persona a cui capitava spesso che all’improvviso dovessi scappare via: la polizia che entra in un locale, o qualche attivista malmenato se non ucciso».
Ha amato tanto?
«Ho dedicato il mio libro
Ecce homo a cinque miei amori. Mi ricordo che nel 1982 ero talmente preso di un ragazzo, Vanni il suo nome, che durante la manifestazione per il Cassero mi misi ai lati della strada per poterlo fotografare».
Diceva che con questo Nettuno d’Oro è arrivato il momento dei bilanci.
«Sul piano culturale abbiamo vinto noi e anche in modo irreversibile. Per questo Salvini non si è azzardato a mettere mano ai diritti civili, sarebbe uno schiaffo per tutti gli italiani. È questo il mio messaggio in bottiglia alla destra: indietro non si torna».