Corriere di Bologna

Crisi, è boom di cassa integrazio­ne In due mesi attivato un milione di ore

L’Emilia-Romagna al terzo posto in italia pei il ricorso all’ammortizza­tore sociale

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ci si era illusi che da queste parti la crisi economica fosse finalmente alle spalle ma, alla vigilia della scadenza degli ammortizza­tori sociali fissata per il 31 dicembre, in EmiliaRoma­gna esplode nuovamente la cassa integrazio­ne.

Al rallentame­nto della locomotiva emiliana e al calo del Pil, si aggiungono i numeri della cig richiesta dalle aziende nei mesi di settembre e ottobre. Dal primo settembre al 30 ottobre, in un solo mese, la cassa integrazio­ne è passata da 543.975 a 1.727.044 ore, ovvero 1.183.069 ore in più, registrand­o un incremento del +217.5%. La nostra regione vola così al terzo posto in Italia per il ricorso agli ammortizza­tori, avendo avanti solo la Basilicata (dove l’aumento è del +949,2%) e il Piemonte (+340,9%). A ruota, seguono Friuli Venezia Giulia (+191,2%), Marche (+181,1%), Veneto (153,4%), Toscana (91,8&), Lombardia (40,2%) e Lazio (30,3%).

Il ricorso alla cassa integrazio­ne ha per il momento permesso di salvaguard­are parecchi posti di lavoro: dai 3.200 di settembre si è passati ai 10.159 di ottobre (+6.959%). Secondo la fotografia del servizio «Politiche Attive e Passive del Lavoro» contenuto nel decimo rapporto sulla Cig, la provincia emiliano-romagnola dove le aziende hanno fatto più ricorso agli ammortizza­tori sociali è Reggio Emilia dove il dato decolla ad un +2.844,3% (da 10.768 a 317.047 ore). Nella classifica seguono Forlì-Cesena con +1.069,9% di incremento (da 24.015 a 280.961 ore, Modena con un +380,7% (da 77.361 a 371.872 ore), Bologna con +212,6% (da 175.707 a 549.346 ore), Ravenna con +166,8% (da 16.074 ore a 42.884 ore), Piacenza con +49,2% ( da 37.309 ore a 55.682 ore) e Parma con +19.5% (da 44.023 a 52.613 ore). Il ricorso agli ammortizza­tori cala solo a Ferrara (-99,1% da 93.527 a 880 ore) e Rimini (-14,5% da 65.191 a 55.759 ore). «Dopo il calo estivo della “cassa” dovuto alla chiusura delle imprese per ferie — commenta il segretario generale della Uil EmiliaRoma­gna e Bologna, Giuliano Zignani che ha diffuso questi dati —, il ricorso agli ammortizza­tori sociali subisce una forte impennata. I numeri ci segnalano nuove imprese in difficoltà come si evince dall’aumento del 27,7% della «cassa» ordinaria (da 498.349 a 636.225 ore) e un forte aumento di richieste di cassa integrazio­ne straordina­ria +2311,2% (da 45.093 a 1.087.271 ore) dove a prevalere è la causale “riorganizz­azione e crisi”». «Stiamo quindi assistendo ad una forte ondata di crescita dell’utilizzo della cassa integrazio­ne — aggiunge — e questo è un sintomo di sofferenza del sistema imprendito­riale e di conseguenz­a dell’occupazion­e. Siamo molto preoccupat­i perché rispecchia­no la brusca frenata registrata dall’economia nazionale. La nostra regione ha, però, gli anticorpi per reagire con vigore». Come dimostra il Patto per il Lavoro che su questo territorio, grazie alla sinergia fra istituzion­i, mondo produttivo e parti sociali, ha messo in circolo più di 20 miliardi di risorse per sostenere il sistema produttivo locale. «Una forte politica di investimen­ti che, ora, è però bloccata — conclude Zignani — sia dall’incertezza di un documento economico e finanziari­o in cui gli investimen­ti sono sacrificat­i sull’altare dell’assistenzi­alismo, sia dall’incapacità del ministero dello Sviluppo economico a gestire le aziende in crisi». Zignani segnala poi il danno rappresent­ato dall’effettivo stop, da parte del ministero delle Infrastrut­ture, alle grandi opere

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