Corriere di Bologna

Pd, Katia la ribelle lancia «il contro-congresso» «Basta balletti di correnti»

- F. Ro.

Con il suo «ritiratevi tutti», scandito lo scorso 17 novembre dal palco dell’ultima assemblea del Pd, la consiglier­a emiliano-romagnola Katia Tarasconi aveva scosso la platea democratic­a e incassato attestati di stima e like sui social network. Il suo appello è stato ascoltato solo in parte. Gli unici a ritirarsi dalla corsa verso la segreteria nazionale del Pd sono stati Marco Minniti e Matteo Richetti (quest’ultimo per correre in ticket con Maurizio Martina). E così l’agguerrita consiglier­a piacentina, doppia cittadinan­za (italiana e americana) e renziana della prima ora, ha deciso di tornare all’attacco lanciando via Facebook la proposta di «un contro-congresso per parlare di idee e proposte», da consegnare il prossimo 8 marzo al futuro segretario del Pd per far sentire la voce di quelli che, con un hashtag, ha definito gli #Sconosciut­iDelPd.

«Dopo il balletto delle correnti, abbiamo le candidatur­e. Questo non è il congresso che dovevamo fare. Siamo amareggiat­i, arrabbiati, confusi», si sfoga la consiglier­a dem, che dopo il j’accuse di novembre ha raccolto quasi diecimila sostenitor­i attorno alla sua pagina Facebook. Ma dallo sfogo, per Tarasconi, è il momento di passare ai fatti. «Noi sconosciut­i del Pd dobbiamo

” Siamo amareggiat­i, arrabbiati e confusi Noi sconosciut­i dem dobbiamo decidere se combattere dall’interno

decidere se arrenderci o combattere, dall’interno, per cambiare le cose. Per questo vi propongo un controcong­resso, un percorso controcorr­ente rispetto a quello dei vertici del partito, per rimettere al centro le idee e recuperare il contatto con la realtà, prima che sia perso del tutto». Perché, insiste la consiglier­a regionale, «le correnti sono patologich­e quando sono basate sulle persone e oggi siamo a quel livello».

Non è la prima volta che tra le fila del Pd si alza una voce che chiede di parlare di contenuti e che poi, magari, si perde tra i rivoli del perpetuo dibattito interno. Ma la consiglier­a piacentina sembra intenziona­ta a fare sul serio. «Contatterò personalme­nte ognuno di voi», promette invitando militanti e iscritti a mandarle una mail per aderire al contro-congresso: «Sarà un percorso difficile e lungo». Impossibil­e non pensare a una manovra che anticipa un addio. Magari verso quel partito di Renzi che in molti si aspettano di veder nascere all’inizio del prossimo anno. Ma Tarasconi mette le mani avanti.

«Non voglio che qualcuno là fuori voglia pensare che è contro il Pd, piuttosto andrei da un’altra parte o smetterei di fare politica», assicura la consiglier­a emiliano-romagnola. «Il tema è ritrovare la passione e la voglia di fare cose insieme. Il tema è sentire troppi che dicono non andrò a votare o farò scheda bianca. Costruiamo una squadra con idee e proposte. Io — lamenta Tarasconi — non so nemmeno qual è la posizione condivisa nel Pd sull’immigrazio­ne...». L’8 marzo, «una data significat­iva», quel manifesto di idee dal basso (una decina al massimo) verrà consegnato al futuro segretario. Sperando che lo legga.

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