Gioia Sacripanti dopo i ko «Era importante vincerla»
Il coach delle V nere sul semi crollo nel finale: «Dovremo lavorare sul piano fisico»
La gioia per il successo ritrovato dopo tre ko consecutivi tra campionato e coppa, ma al tempo stesso un piccolo retrogusto amaro per il blackout nell’ultimo quarto: sentimenti contrastanti per Stefano Sacripanti al termine della vittoria contro Pistoia, con una Virtus perfetta per trenta minuti che poi ha improvvisamente spento la luce, pur non rischiando mai. «Era importante vincerla — spiega a fine partita — perché in particolare in campionato venivamo da due sconfitte con la stessa progressione: eravamo andati avanti bene, facendoci poi recuperare e perdendo con poca attenzione. Volevamo questa vittoria e per 30-32 minuti abbiamo fatto tutte le nostre cose, seguendo il piano-partita e trovando un vantaggio elevato». Quel +27 dopo tre quarti si è rivelato fondamentale, visto il lungo passaggio a vuoto finale. E proprio su quello il tecnico bianconero punta l’analisi finale: «Non nego che con questa squadra ho sempre una piccola preoccupazione, non siamo mai per 40 minuti intensi, forti e duri come quando iniziamo la partita. Siamo stati sempre in controllo ma abbiamo regalato l’ultimo quarto, smettendo di correre e attaccare». Al punto che diventa anche difficile capire i motivi di certi momenti, in passato costati altre partite. Stavolta non è accaduto ma proprio per questo se ne può parlare più serenamente: «Mi spiace perché l’approccio era stato ottimo poi arriviamo alla fine che non ce la facciamo più. Dovremo lavorare sul piano fisico con il preparatore, con cui mi confronterò di più: dobbiamo allenarci, essere più bravi nelle rotazioni e una piccola colpa me la prendo anche io avendo tenuto fuori Cappelletti, perché volevo la fisicità di Pajola e Cournooh sui loro esterni. In più avevamo M’Baye reduce da un attacco gastrointestinale». Qualche alibi fisico stavolta c’era, al netto della perdurante assenza di Kelvin Martin: «Dopo un inizio di recupero problematico ora le cose vanno molto meglio — spiega l’allenatore delle V nere sull’americano — speriamo rientri presto perché ci darà centimetri ed energia ma anche con gli effettivi che ho avevamo fatto grande pallacanestro per 30’. Poi c’è stato il calo: quanto sia mentale o fisico non si sa mai, ma giocando e viaggiando di continuo non è mai facile. Sono comunque contento della prestazione». Stoppa la serie di tre vittorie, invece, Ramagli che si consola con il saluto («Eterna gloria al comandante della nostra rinascita. Ramagli uno di noi») dei 200 tifosi virtussini presenti: «Mi ha fatto molto piacere, si vede che non sono passato inosservato. Quanto è più forte questa Virtus della mia? Mi pare più solida. Anche se mi sarei voluto giocare quel ritorno con Ale Gentile che gioca tutte le partite anziché saltarne sette».