RIDURRE I RIFIUTI SI PUÒ
L’essere umano è geneticamente refrattario al cambiamento. Di fronte alla scelta se adottare un comportamento usuale o innovativo — come hanno dimostrato i neuroscienziati con alcuni test — nella larga maggioranza dei casi si opta per rimanere nel solco della tradizione, perfino quando è sconveniente. Mutare abitudini radicate non è mai facile, il che spiega perché a ogni latitudine qualsiasi novità inerente il traffico o la gestione dei rifiuti susciti tante proteste. Ciò non significa che tutte le obiezioni siano dovute a pigrizia mentale, ma deve indurre a costruire con pazienza la strada verso l’inedito. «Avere raccolto le osservazioni critiche da parte dei cittadini», come ha sottolineato il sindaco Virginio Merola nel presentare la rivoluzione nella raccolta del «rusco», è dunque un ottimo punto di partenza che tuttavia non esaurisce il percorso necessario. L’assessore Alberto Aitini ha annunciato che da fine mese a marzo si terranno tre incontri al quartiere Savena per illustrare agli abitanti le regole da seguire, iniziativa sicuramente utile che potrebbe comunque essere insufficiente. Occorre infatti che nella popolazione maturi la consapevolezza di come la differenziazione dei rifiuti, oltre che assolutamente compatibile anche con la frenesia dei tempi attuali, sia un obiettivo ineludibile. Il pianeta non è in grado di sopportare il peso dei nostri scarti, dunque è indispensabile ridurli, riciclando tutto quanto è possibile.
Prima ancora, però, dobbiamo cercare di non produrli. Fino a poco tempo fa, nessuno pensava di portare con sé un contenitore dove riporre la spesa, tanto alla cassa si trovavano i sacchetti: oggi, sempre più persone si rendono conto che portare con sé una borsa apposita non è un grande sforzo. Certo, è servito il minimo balzello richiesto a chi non si attrezza per essere autosufficiente, ma alla fine si è diffusa la convinzione che la svolta è virtuosa. Apparentemente differenziare in casa i rifiuti è più complicato e può avere controindicazioni. In realtà l’impegno è assai relativo e con un pizzico di buona volontà la soluzione si trova. Ma affinché ci sia il ricorso alla «buona volontà» il cittadino deve capire che non lo fa per aiutare il Comune o: lo fa per se stesso perché l’ambiente in cui viviamo non è più in grado di «digerire» la pattumiera prodotta. L’anno scorso, a Bologna, la differenziata era al 51,8%, l’obiettivo della Regione è di arrivare al 70 entro il 2021: per avere un termine di paragone, oggi a Trento si sfiora l’80 e, con la tariffazione puntuale, la città vanta il costo pro capite più basso in Italia. Al di là delle «istruzioni per l’uso», insomma, occorre sensibilizzare i residenti perché capiscano che, in una realtà all’avanguardia sotto molti punti di vista, per quanto riguarda il «rusco» siamo in ritardo e ci rimettiamo tutti. Continuare come si è sempre fatto, perciò, è sconveniente ma, soprattutto, ci porterebbe a sbattere contro un muro. Di rifiuti.