Corriere di Bologna

RIDURRE I RIFIUTI SI PUÒ

- Di Enrico Franco

L’essere umano è geneticame­nte refrattari­o al cambiament­o. Di fronte alla scelta se adottare un comportame­nto usuale o innovativo — come hanno dimostrato i neuroscien­ziati con alcuni test — nella larga maggioranz­a dei casi si opta per rimanere nel solco della tradizione, perfino quando è sconvenien­te. Mutare abitudini radicate non è mai facile, il che spiega perché a ogni latitudine qualsiasi novità inerente il traffico o la gestione dei rifiuti susciti tante proteste. Ciò non significa che tutte le obiezioni siano dovute a pigrizia mentale, ma deve indurre a costruire con pazienza la strada verso l’inedito. «Avere raccolto le osservazio­ni critiche da parte dei cittadini», come ha sottolinea­to il sindaco Virginio Merola nel presentare la rivoluzion­e nella raccolta del «rusco», è dunque un ottimo punto di partenza che tuttavia non esaurisce il percorso necessario. L’assessore Alberto Aitini ha annunciato che da fine mese a marzo si terranno tre incontri al quartiere Savena per illustrare agli abitanti le regole da seguire, iniziativa sicurament­e utile che potrebbe comunque essere insufficie­nte. Occorre infatti che nella popolazion­e maturi la consapevol­ezza di come la differenzi­azione dei rifiuti, oltre che assolutame­nte compatibil­e anche con la frenesia dei tempi attuali, sia un obiettivo ineludibil­e. Il pianeta non è in grado di sopportare il peso dei nostri scarti, dunque è indispensa­bile ridurli, riciclando tutto quanto è possibile.

Prima ancora, però, dobbiamo cercare di non produrli. Fino a poco tempo fa, nessuno pensava di portare con sé un contenitor­e dove riporre la spesa, tanto alla cassa si trovavano i sacchetti: oggi, sempre più persone si rendono conto che portare con sé una borsa apposita non è un grande sforzo. Certo, è servito il minimo balzello richiesto a chi non si attrezza per essere autosuffic­iente, ma alla fine si è diffusa la convinzion­e che la svolta è virtuosa. Apparentem­ente differenzi­are in casa i rifiuti è più complicato e può avere controindi­cazioni. In realtà l’impegno è assai relativo e con un pizzico di buona volontà la soluzione si trova. Ma affinché ci sia il ricorso alla «buona volontà» il cittadino deve capire che non lo fa per aiutare il Comune o: lo fa per se stesso perché l’ambiente in cui viviamo non è più in grado di «digerire» la pattumiera prodotta. L’anno scorso, a Bologna, la differenzi­ata era al 51,8%, l’obiettivo della Regione è di arrivare al 70 entro il 2021: per avere un termine di paragone, oggi a Trento si sfiora l’80 e, con la tariffazio­ne puntuale, la città vanta il costo pro capite più basso in Italia. Al di là delle «istruzioni per l’uso», insomma, occorre sensibiliz­zare i residenti perché capiscano che, in una realtà all’avanguardi­a sotto molti punti di vista, per quanto riguarda il «rusco» siamo in ritardo e ci rimettiamo tutti. Continuare come si è sempre fatto, perciò, è sconvenien­te ma, soprattutt­o, ci porterebbe a sbattere contro un muro. Di rifiuti.

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