Corriere di Bologna

La nuova vita della Franzoni

Con il marito ha comprato casa a Monteacuto Vallese, dove è cresciuta. L’avvocato: «Dimenticat­evi di lei» Annamaria è libera: «Vorrei che la gente capisse che sono innocente». Il paese la difende

- Di Andreina Baccaro

Annamaria Franzoni è di nuovo una donna libera: come prima di quel tragico 30 gennaio del 2002, quando il figlio Samuele fu ucciso nella villetta di Cogne. Da lei, secondo la giustizia italiana, ma ora la Franzoni ha finito di scontare la sua pena. A Monteacuto Vallese, dove ha comprato una nuova casa con il marito, tutti continuano a difenderla. E lei ripete: «Sono innocente».

«Sono contenta ma vorrei far capire alla gente che non sono stata io». Lo ripete ancora e ancora Annamaria Franzoni, per tutti la mamma assassina di Cogne, a vicini, amici e parenti da quando è tornata una donna libera. Perché Annamaria ha finito di scontare la pena per l’omicidio del figlio Samuele Lorenzi. Non da ieri, quando la notizia ha è diventata di dominio pubblico, ma da qualche mese. La prima cosa che ha fatto è stata lasciare la casa dove ha scontato 5 anni di detenzione domiciliar­e a Ripoli Santa Cristina e trasferirs­i con il marito Stefano Lorenzi a Monteacuto Vallese, il suo paesino di origine, poco più in là sull’Appennino bolognese, in provincia di San Benedetto Val di Sambro. La coppia ha comprato una bellissima villetta immersa in un giardino in località San Rocco, isolata dal resto del mondo. «Vorrei far perdere le mie tracce», ha confidato alla sua avvocatess­a Paola Savio che lancia un appello: «Dimenticat­evi di lei, la sua pena è finita. L’ha scontata come tutte le persone per bene ma adesso ha il sacrosanto diritto di essere lasciata in pace».

Impossibil­e, però, dimenticar­e il delitto di Cogne che divise l’Italia intera tra innocentis­ti e colpevolis­ti. Il 30 gennaio di 17 anni, fa il piccolo Samuele, 3 anni, fu ammazzato nella villetta di Cogne con 17 colpi inferti con un’arma che non fu mai ritrovata. Annnamaria è stata condannata a 16 anni di carcere ma si è sempre detta innocente. Anche la sua famiglia le ha sempre creduto e così il paesino in cui oggi è tornata a vivere.

A Monteacuto per tutti lei è solo Annamaria. «Faceva la babysitter ai miei figli quando aveva 15 anni», racconta il suo nuovo vicino di casa, «la conosco da quando era una bambina. Per tutti qui lei era e resterà sempre innocente». «Non so chi sia stato — continua — ma dico solo una cosa: per lei ormai è finita, ma se davvero non è stata lei, c’è un assassino di bambini libero».

Solo tre ville sorgono nella via collinare i Lorenzi hanno deciso di vivere, insieme al figlio adolescent­e nato un anno dopo la morte di Samuele.

Ha scontato la pena

«sempre gentile, una donna normale, ancora bella», dicono di lei vicini e compaesani

Stanno a pochi metri dall’agriturism­o della famiglia Franzoni. Sul campanello ci sono nome e cognome del marito, Stefano Lorenzi. Sono sempre i vicini a raccontare che il marito di Annamaria lavora tutto il giorno nell’azienda di famiglia e torna a casa la sera tardi.Il figlio più grande, Davide, non vive più con i genitori e il fratello.

Da ieri i Lorenzi sono barricati in casa, non aprono a nessuno, ma chi invece ha incontrato la donna da quando è libera, la descrive come serena e tranquilla, conduce una vita semplice come tutti in questo elegante paesino dell’Appennino, che però vive ancora come una ferita la morte di Samuele. «È stato il 30 gennaio, da poco è passato l’anniversar­io, nessuno di noi ha dimenticat­o», sospira un uomo che taglia la legna nell’unica piazza del paese, deserta già alle sei del pomeriggio. Anche il piccolo Samuele riposa qui, a qualche centinaio di metri dalla nuova casa della sua famiglia, nel cimitero di Monteacuto. A Cogne, invece, dove si consumò l’omicidio, c’è solo indifferen­za: «Non ci interessa», dice il sindaco.

Davanti alla vecchia casa a Ripoli Santa Cristina, dove i Lorenzi hanno vissuto negli

ultimi 5 anni, campeggia il cartello «Vendesi». «Non saprete da me dove sono andati a abitare», è la risposta di tanti decisi a tutelare la loro privacy. La piccola comunità li ha sempre protetti e continua a farlo. «Una persona normale, gentile, come è sempre stata. Ancora una gran bella signora», dice un altro compaesano ai giornalist­i che, ancora una volta, sono accorsi per raccontare forse l’ultimo capitolo di questa tragedia italiana.

La famiglia, che non l’ha mai abbandonat­a, è sempre stata la forza di questa donna. Che ora, anche per la legge, è solo una signora come tante. Una famiglia colpita da un dolore tremendo, ma per l’accusa piena di luci e ombre.

 ?? Ha scontato la pena ?? Annamaria Franzoni con il marito Stefano Lorenzi nel 2007 all’esterno della Procura di Bologna
Ha scontato la pena Annamaria Franzoni con il marito Stefano Lorenzi nel 2007 all’esterno della Procura di Bologna

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