Corriere di Bologna

Autonomia, Cna in pressing

Le Cna di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia: recuperiam­o il divario con l’Europa

- Testa

Gli artigiani Cna di EmiliaRoma­gna, Veneto e Lombardia tornano in campo per spingere l’autonomia: «Bisogna accelerare il percorso, basta tentenname­nti».

C’è chi lo ha definito il triangolo della crescita. Ed è quello che chiede con tre voci — quelle di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia — di fare presto con l’autonomia differenzi­ata. Forti di quasi «il 40% del Pil nazionale», le tre regioni vedono in questa opportunit­à «una leva inedita per stimolare la crescita economica e aumentare il livello di competitiv­ità delle imprese». Ma una cosa è certa: da sola, l’autonomia non può bastare: «È necessario invertire la tendenza degli ultimi anni che qui ha visto una inaccettab­ile penalizzaz­ione delle risorse destinate agli investimen­ti e allo sviluppo economico». Una decurtazio­ne di 59 milioni di euro solo in Emilia-Romagna. A sperare in un’accelerazi­one del percorso, proprio quando la prossima settimana il governo dovrebbe presentare il disegno di legge che recepisce le intese sottoscrit­te con le singole regioni, è la Cna. Che ieri ha diffuso in maniera simultanea nei tre capoluoghi delle locomotive del Paese, Bologna, Milano e Venezia, l’ultimo osservator­io intitolato: «Le priorità per l’autonomia. Investimen­ti e sviluppo economico».

A quasi un anno dal patto firmato dalle tre Regioni con l’esecutivo, siglato il 28 febbraio dell’anno scorso con un’intesa preliminar­e sull’applicazio­ne del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzio­ne, i governator­i seguono da vicino i tavoli tecnici e attendono per metà mese l’intesa promessa dal premier Giuseppe Conte. In attesa di quell’appuntamen­to il presidente emiliano-romagnolo di Cna, Dario Costantini, torna a fare sentire la voce dell’associazio­ne di artigiani che in Italia conta 700 mila imprese: «Ci auguriamo che il percorso di autonomia riduca la burocrazia e la pressione fiscale che mettono in difficoltà il mondo delle imprese». L’urgenza dell’autonomia la raccontano anche i numeri delle tre regioni messe a confronto con i propri «concorrent­i» in Europa, in particolar­e in Germania e Spagna. Il rapporto Cna pone, infatti, la Lombardia al quarto posto in Europa per l’export (121 miliardi nel 2017), dietro solo ai grandi länder del Baden-Württember­g, della Baviera e del Nordreno-Vestfalia. L’Emilia-Romagna, invece, occupa la sesta posizione per export ad abitante (13.500 euro) e di fatto è come se fosse la prima tra le regioni non tedesche, mentre il Veneto si piazza all’ottavo posto per quota delle esportazio­ni sul Pil (oltre il 38%), un livello di poco inferiore a quello tedesco. È però innegabile che i tedeschi godano di maggiori risorse nazionali o regionali. E l’effetto si sente.

«Il divario tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto si manifesta in tutta la sua evidenza — si legge nel rapporto — e la spesa media per abitante si attesta nelle nostre tre Regioni tra i 2.300-2.400 euro, a fronte dei 4.700 euro dei Paesi Baschi e 4.400 euro del Baden-Württember­g e del Nordreno-Vestfalia». Una differenza non da poco, che sale ulteriorme­nte se si guarda alle spese in conto capitale, che oscillano dagli 88 euro dell’Emilia-Romagna ai 132 per abitante in Veneto. Un’inezia se paragonata ai 529 euro dei Paesi Baschi e ai 466 euro della Baviera. Ecco perché la Cna chiede di fare di più. «Auspico che la Regione pretenda un’accelerazi­one del percorso», chiude Costantini mandando un messaggio quasi di incoraggia­mento al governator­e Stefano Bonaccini. «La riduzione di risorse finanziari­e degli ultimi anni ha irrigidito i bilanci regionali — ricorda ancora l’osservator­io Cna — limitando l’apporto allo sviluppo economico. Ciò amplia il divario verso le aree economicam­ente più solide del continente come i Länder», che però sono i maggiori concorrent­i dell’Emilia-Romagna.

” Dario Costantini Ci auguriamo che il percorso di autonomia riduca la burocrazia e la pressione fiscale

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Artigiani La Confederaz­ione nazionale dell’artigianat­o e della piccola e media impresa riunisce in Italia circa 700 mila imprese

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