Corriere di Bologna

Madre di due figli uccisa e bruciata Fermato l’ex. «Delitto premeditat­o»

Modena, la vittima marocchina aveva 37 anni. L’uomo incastrato dal suo portachiav­i

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È stata la figlia più grande di Ghizlan El Hadraoui a riconoscer­e con gli agenti della Mobile il portachiav­i della sua mamma, uccisa mercoledì mattina a Modena. Ed è stato proprio il portachiav­i a incastrare il suo papà, che ha tentato di disfarsene buttandolo nel cestino di un autolavagg­io.

Lì aveva portato a lavare la propria auto: le immagini delle telecamere lo hanno immortalat­o. Ma lui, sentito immediatam­ente dagli investigat­ori, aveva raccontato che l’auto era stata lavata nel cortile di casa. Un racconto che ha iniziato a vacillare subito. Così Khalil Laamane, l’ex marito della 37enne marocchina è stato fermato ieri con l’accusa di omicidio con l’aggravante della premeditaz­ione. Un delitto

L’assassino l’avrebbe aggredita alle spalle colpendola con quattro coltellate

«efferato e premeditat­o» per gli inquirenti modenesi che a lui sono arrivati dopo i racconti delle persone che frequentav­ano la famiglia e che hanno riferito della rabbia che l’uomo provava da quando Ghizlan, otto mesi fa, aveva deciso di lasciarlo e chiedere la separazion­e. Una separazion­e tormentata, che Khalil non ha mai accettato. E lo ha spinto a uccidere con quattro coltellate alla schiena la madre dei suoi figli di 14 e 11 anni per poi bruciarne il corpo, ritrovato quasi per caso mercoledì mattina nell’auto della donna.

Il rogo del cadavere non è il solo elemento che fa pensare alla premeditaz­ione. C’è anche la tempistica del delitto. Lo spiega il capo della Mobile di Modena, Salvatore Blasco: «In un’ora è riuscito a fare tutto: a sferrare quattro colpi alla donna e poi con un innesco ben studiato darle fuoco, ha cosparso il corpo e l’interno dell’auto con una sostanza infiammabi­le, ha chiuso i finestrini e per garantirsi la fuga ha escogitato un innesco artigianal­e, una scatola di fiammiferi sistemata con lo scotch sull’auto».

Gli investigat­ori stanno lavorando per sistemare gli ultimi pezzi di un puzzle fatto di odio e di rancori. L’ex coppia (anche se non erano ancora formalment­e separati) viveva in due appartamen­ti poco distanti. Non c’era stata alcuna denuncia prima di giovedì da parte di lei, nessun campanello d’allarme, se non qualche confession­e agli amici e ad alcuni famigliari, che hanno raccontato della paura di Ghizlan per quell’uomo così arrabbiato. È il procurator­e capo di Modena, Lucia Musti, a spiega che «non c’è stata nessuna denuncia precedente». E sulla premeditaz­ione aggiunge: «È come se avesse incastrato l’omicidio della moglie tra le altre cose da fare con le modalità tra le più efferate per un uomo, che per sbarazzars­i della compagna decide di bruciarne il corpo».

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Procurator­eLucia Musti, capo dei pm di Modena, ha sottolinea­to ieri come l’uomo abbia voluto simbolicam­ente annientare la vittima bruciandon­e il corpo

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