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Da Ravenna contro il governo insieme ai sindacati. Bellettini:«Siamo preoccupati allo stesso modo»
” Bellettini Siamo qua per rappresentare Confindustria Romagna La situazione è grave
Imprese e industriali accanto alle bandiere rosse della Cgil, quelle a strisce verdi e bianche della Cisl e quelle blu della Uil. I colori erano il colpo d’occhio che offriva nella mattinata di ieri Piazza San Giovanni a Roma a osservare la carica dei manifestanti contro le politiche economiche adottate del governo gialloverde.
Del resto parliamo di un’iniziativa che le tre principali sigle sindacali si erano intestate da diverse settimane. Eppure tra loro c’erano anche gli industriali del settore oil & gas del territorio ravennate, alcuni di essi arrivati a Roma in rappresentanza di Confindustria Romagna che aveva aderito all’iniziativa con l’obiettivo dichiarato di contestare l’emendamento al dl semplificazioni che qualora fosse approvato alla Camera — lo si scoprirà alla scadenza del 12 febbraio — imporrebbe lo stop di 18 mesi a nuove trivellazioni del suolo italiano. Gli industriali hanno sfilato per le strade capitoline indossando i caschi bianchi fianco a fianco con i lavoratori delle industrie del settore petrolchimico del territorio ravennate, riconoscibili grazie ai caschi gialli.
Per la Cigil Emilia Romagna si è trattato della presenza più significativa. «A Roma c’erano decine di caschi gialli in mezzo a una marea di bandiere rosse. Erano i lavoratori del settore Oil & Gas di Ravenna scesi in piazza assieme ai sindacati», ha rivendicato il segretario generale di Cgil Emilia Romagna Luigi Giove. «Gli industriali e Confindustria Romagna? Le iniziative di folclore non ci interessano e come sindacato non abbiamo preso accordi con loro», ha affermato laconico il segretario a margine dell’iniziativa terminata all’ora di pranzo. Eppure gli industriali la loro presenza l’hanno voluta fare sentire. Da Ravenna sono partiti pullman carichi di decine di lavoratori e di circa trenta imprenditori. «Noi abbiamo aderito in qualità di manager all’esortazione arrivata dal sindaco di Ravenna Michele De Pascale e del presidente della Regione Stefano Bonaccini — ha spiegato Ermanno Belletini, responsabile dell risorse umane alla Rosetti Mario, una delle aziende leader in Romagna nel settore delle piattaforme offshore. «Tuttavia siamo stati a Roma anche in rappresentanza di Confindustria Romagna e se siamo scesi in piazza con in sindacati vuole dire che la situazione è molto grave. Nel nostro territorio le trivelle non possono fermarsi. Significherebbe polverizzare migliaia di posti di lavoro», ha detto ancora il manager. Per gli industriali non è ammissibile uno smantellamento improvviso dei siti estrattivi, così come auspicato da alcuni esponenti del M5s.
«È necessario quantomeno un periodo di transizione — ha detto ancora Bellettini —. Una soluzione? Estrarre Il gas naturale italiano. Porterebbe a un minor inquinamento, a meno spesa e più lavoro». E non a caso erano queste le parole scritte a chiare lettere sui manifesti esibiti a Roma dagli industriali in rappresentanza di Confindustria Romagna.
” Se le trivelle si fermano nel nostro territorio significa eliminare migliaia di posti di lavoro