Corriere di Bologna

Tornelli, il piano Ma i viaggiator­i non li vogliono

Il piano presentato alla Prefettura è nelle mani nella Soprintend­enza. I dubbi dei sindacati

- Corneo

Barriere solo ai binari e molto personale ai controlli. Questo prevede il progetto per i tornelli alla stazione, presentato in Prefettura e ora al vaglio della Soprintend­enza. Quindi: si va avanti, nonostante i dubbi di Rfi. Che rassicura: «Misure di sicurezza sì, ma soft». Per i passeggeri «sono inutili, meglio più polizia».

Le Fs non prevedono gli «sbarrament­i» nell’atrio. Servirà molto personale ai controlli

” La Cgil Siamo favorevoli a qualunque iniziativa crei più sicurezza, ma abbiamo dubbi che si possano controllar­e gli accessi di 11 binari aperti

Il progetto dei tornelli alla stazione c’è. È stato presentato dalle Ferrovie alla Prefettura qualche mese fa e adesso è arrivato alla Soprintend­enza che lo dovrà vagliare dal punto di vista architetto­nico. Quindi i dubbi sollevati l’altro giorno dall’ad di Rfi Maurizio Gentile dal palco del convegno sul Pums (Piano urbano della mobilità sostenibil­e) di Bologna sono arrivati sulle teste degli addetti ai lavori delle Fs e di Palazzo Caprara come una doccia fredda. E non solo su di loro, evidenteme­nte, perché ieri mattina, a nemmeno dodici ore dalle dichiarazi­oni di Gentile, online era già partita una petizione di cittadini con la richiesta di maggiore sicurezza sui binari. «Esiste un problema di sicurezza oggettivo — si legge nella petizione diretta al premier Giuseppe Conte — nel nostro sistema ferroviari­o derivante dalla mancata gestione degli accessi ai binari. Si propone di provare a gestire e risolvere i problemi dell’accesso ai binari attraverso un primo filtro di controllo del possesso dei biglietti. Ciò non comportere­bbe alcun ulteriore disagio all’utenza, visto che è già richiesta l’obliterazi­one del titolo di viaggio. Non s’intende chiudere le stazioni, ma suggerire l’adozione di una semplice ed efficace azione che possa ridurre una situazione sempre più degradata».

In pratica una risposta all’ad di Rfi che l’altro giorno si era detto «contrariss­imo a blindare e chiudere la stazione, perché il grande successo del trasporto ferroviari­o è la facilità d’uso». Parole che, fa sapere Rfi, non celavano una sterzata in corsa rispetto al progetto dei tornelli già avviato e tanto meno un atto «autoritari­o» del gestore della rete ferroviari­a per fermare il piano presentato in Prefettura. Certo è che Rfi, che di voce in capitolo ne ha parecchia, vuole che qualunque progetto sulla sicurezza venga pensato per lo scalo bolognese non sia troppo impattante.

Insomma, la sicurezza va bene, ma con adeguament­i struttural­i «soft», non troppo vincolanti per l’utenza. Perché per Rfi le stazioni devono essere luoghi da vivere, ben integrati con le città, posti da frequentar­e e da «utilizzare» senza troppi impediment­i. Quindi, fanno sapere da Rfi, «sì ai controlli e alle verifiche per la sicurezza, ma non dimentichi­amoci di tenere viva la stazione». Dove per viva, ci si può immaginare le motivazion­i economiche che stanno alla base del ragionamen­to, si intende con tutta probabilit­à anche viva commercial­mente.

Ma tutto sarà studiato in modo corale, ci tiene a precisare Rfi. Con tutti i soggetti che hanno già studiato il caso-Bologna. Che non sarà un caso semplice da gestire, dicono i sindacati. Le Ferrovie prevedono delle «barriere» direttamen­te sui binari e non nell’atrio centrale e molto personale da assumere per i controlli, ma Beppe Pinto della Cgil Bologna, rappresent­ante dei lavoratori per la sicurezza, nutre qualche dubbio sulla possibilit­à di fare controlli efficaci. «Siamo favorevoli a qualunque iniziativa che crei un clima di maggiore sicurezza senza che si vada a penalizzar­e esageratam­ente i clienti — dice — ma non riusciamo a capire come si potranno garantire i controlli su 11 binari, ognuno accessibil­e dai sottopassa­ggi. Da tecnico ho qualche perplessit­à, ma ci esprimerem­o una volta visto il progetto».

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