Dieci anni senza Giacomino I ricordi di chi l’ha visto giocare
Dieci anni fa ci lasciava il capitano: chi ha potuto ammirarlo in campo ci racconta colpi, emozioni e gol
Sono passati 10 anni da quelle giornate di febbraio in cui lasciò per sempre Bologna e la sua maglia rossoblù. Giacomo Bulgarelli però non è mai scomparso e mai lo farà. La sua storia è la storia del club con cui giocò fin da piccolo, per sempre. «Uno di noi», uno slogan abusato di questi tempi, usato con leggerezza e superficialità, ma calzante per lui. Il «Bulgaro» parlava come i suoi tifosi, conosceva la città in tutti i suoi risvolti, strade, personaggi, cinema e osterie. E poi le abitudini e il carattere. «Uno di noi» che poi entrava in campo in rossoblù, ma anche in Nazionale, ambasciatore in giro per il mondo. Simbiosi che produce valore. Un tesoro assoluto per una realtà, una società di calcio, che non vende bulloni ma emozioni per i suoi sostenitori, per gli appassionati di un territorio, per chi per quella maglia sogna e soffre. Altri tempi quelli di Giacomino, certo, ma fosse andato al Milan per giocare con Rivera, avrebbe avuto due lire in più in banca, ma forse meno amore e affetto dalla sua città. Un uomo e un giocatore particolare Bulgarelli. Negli otto ricordi che vi proponiamo (8 come il suo numero di maglia) emerge un aspetto cristallino: persona intelligente e colta, ironica e divertente fuori dal campo, mentre dentro, quindi calcisticamente, era sempre utile, un punto di riferimento per tutti, eppure quasi mai appariscente. Giocava per la squadra della sua città Giacomo Bulgarelli, il nome che doveva risplendere non era il suo ma quello di Bologna. Un altro mondo, forse incomprensibile per chi non l’ha visto giocare e oggi misura tutto «digitalmente», ma che emerge con forza dalle parole dei nostri interlocutori.