Corriere di Bologna

Dieci anni senza Giacomino I ricordi di chi l’ha visto giocare

Dieci anni fa ci lasciava il capitano: chi ha potuto ammirarlo in campo ci racconta colpi, emozioni e gol

- di Daniele Labanti e Fernando Pellerano

Sono passati 10 anni da quelle giornate di febbraio in cui lasciò per sempre Bologna e la sua maglia rossoblù. Giacomo Bulgarelli però non è mai scomparso e mai lo farà. La sua storia è la storia del club con cui giocò fin da piccolo, per sempre. «Uno di noi», uno slogan abusato di questi tempi, usato con leggerezza e superficia­lità, ma calzante per lui. Il «Bulgaro» parlava come i suoi tifosi, conosceva la città in tutti i suoi risvolti, strade, personaggi, cinema e osterie. E poi le abitudini e il carattere. «Uno di noi» che poi entrava in campo in rossoblù, ma anche in Nazionale, ambasciato­re in giro per il mondo. Simbiosi che produce valore. Un tesoro assoluto per una realtà, una società di calcio, che non vende bulloni ma emozioni per i suoi sostenitor­i, per gli appassiona­ti di un territorio, per chi per quella maglia sogna e soffre. Altri tempi quelli di Giacomino, certo, ma fosse andato al Milan per giocare con Rivera, avrebbe avuto due lire in più in banca, ma forse meno amore e affetto dalla sua città. Un uomo e un giocatore particolar­e Bulgarelli. Negli otto ricordi che vi proponiamo (8 come il suo numero di maglia) emerge un aspetto cristallin­o: persona intelligen­te e colta, ironica e divertente fuori dal campo, mentre dentro, quindi calcistica­mente, era sempre utile, un punto di riferiment­o per tutti, eppure quasi mai appariscen­te. Giocava per la squadra della sua città Giacomo Bulgarelli, il nome che doveva risplender­e non era il suo ma quello di Bologna. Un altro mondo, forse incomprens­ibile per chi non l’ha visto giocare e oggi misura tutto «digitalmen­te», ma che emerge con forza dalle parole dei nostri interlocut­ori.

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