Autonomia, la bozza e le proteste
Il testo che riguarda l’Emilia è stato discusso in consiglio dei ministri. Stefani: coinvolgeremo il Parlamento Bonaccini: «Passo avanti ma l’intesa ancora non c’è». Salvini: serve un vertice politico
La bozza di autonomia dell’Emilia-Romagna, con quelle di Veneto e Lombardia, passa l’esame del Consiglio dei ministri. Restano le tensioni tra Lega e M5S. Il vicepremier Salvini annuncia «un vertice politico» la prossima settimana. «Si è chiusa la fase tecnica», dice il ministro Stefani. Bonaccini: «Passo avanti, ma l’intesa ancora non c’è».
Nonostante le tensioni tra Lega e M5S, si va avanti: la bozza dell’intesa sull’autonomia dell’Emilia-Romagna, insieme a quelle di Veneto e Lombardia, ha passato ieri le forche caudine del Consiglio dei ministri dove in serata il vicepremier Matteo Salvini ha provato a circoscrivere le spinte centrifughe nell’esecutivo giallo-verde. Un esito raggiunto dopo una giornata di tensioni anche nel centrosinistra. Critiche, anche all’Emilia-Romagna guidata dal dem Stefano Bonaccini, sono arrivate dal governatore della Toscana Enrico Rossi (ex Pd oggi con Leu). Nuovi attacchi anche dal presidente campano, Vincenzo De Luca, che nel Pd guida il fronte dei contrari.
Nella migliore delle ipotesi ci vorrà almeno un altro mese prima che la bozza si trasformi in intesa per essere votata dal Parlamento, che non la potrà emendare. Un punto che, insieme ad altri, rischia di creare nuove frizioni. Un report del M5S definisce «a rischio» il ruolo delle Camere e «incostituzionale» il futuro approdo ai costi standard: «Rischia di far sì che le Regioni più ricche abbiano maggiori trasferimenti a scapito di quelle più povere». Il Consiglio dei ministri di ieri non ha votato testi, ma è servito a ricompattare il governo. Al termine della riunione, il vicepremier Matteo Salvini ha confermato gli sforzi per tranquillizzare gli alleati. «Non ci saranno cittadini di serie A e di serie B e stiamo valutando come coinvolgere il Parlamento», ha detto, annunciando per la settimana prossima «un vertice politico». Molti nodi restano da sciogliere. Anche se il ministro Erika Stefani è ottimista: «La fase tecnica si è chiusa. Già questa settimana si riunisce il tavolo del governo sull’autonomia per formulare la proposta definitiva per le Regioni per arrivare alla firma delle intese».
Il governatore Stefano Bonaccini ha parlato di «un passo avanti». Ma, ha aggiunto, «l’intesa va ancora trovata». Diverse proposte fatte dalla Regione, ha sottolineato, «non hanno ancora trovato risposta o sono addirittura arrivati dei no che non ci paiono motivati». Almeno una mezza dozzina, come anticipato ieri dal Corriere di Bologna, i temi su cui l’Emilia-Romagna ha incontrato resistenze dai ministeri. Tra le 15 competenze chieste potrebbe saltare completamente l’agricoltura. Altre resistenze ci sarebbero sulla gestione dei rifiuti, mentre sembra a rischio anche la parte dell’intesa che riguarda la governance istituzionale e le funzioni amministrative locali. Senza dimenticare che resta tutta da scrivere la parte che regola il trasferimento delle risorse. Ma i problemi, per il governatore emiliano, non finiscono qui. Anche ieri sono continuate le critiche da pezzi del centrosinistra.
«C’è il rischio della secessione dei ricchi: Lombardia, Veneto e Emilia», ha scritto il presidente della Toscana Enrico Rossi, che rivendica per la sua Regione la proposta di «un regionalismo temperato, cooperativo e collaborativo». Nuove bordate dem anche dal governatore campano, De Luca: «Gli amici del Nord si illudono di creare nel loro territorio una piccola Olanda. Non si rendono conto che così facendo non conteranno più nulla». Nicola Zingaretti, presidente del Lazio e vincitore della prima fase del congresso dem, è intervenuto invece in difesa di Bonaccini. «Esistono differenze sostanziali tra le diverse proposte», ha detto, sottolineando che la richiesta fatta dall’Emilia-Romagna non crea «disparità tra i diversi territori». Un assist che il governatore emiliano ha apprezzato. «Non avevo dubbi, ma lo ringrazio. Nicola condivide con me l’esperienza di governare una Regione e ha svolto un lavoro egregio».
Ma il presidente di Viale Aldo Moro spera anche che sia anche il governo a fare presto chiarezza per arginare le polemiche:
” Il ministro Stefani Siamo ottimisti sul risultato: positività assoluta sull’esito della discussione che riguarda i nodi politici rimasti
” Rossi (Toscana) C’è il rischio della secessione dei ricchi: Lombardia, Veneto ed Emilia Ma alla fine saremo tutti più poveri
«Ad esempio sul fatto che non ci sarà alcuna sottrazione di risorse ai danni delle altre Regioni e che a tutti i cittadini saranno assicurati i medesimi livelli essenziali di prestazioni». In attesa che accada, Bonaccini ribadisce una volta di più le differenze della via emiliana. Ed è pronto a spiegarlo anche al segretario della Cgil, Maurizio Landini. La Camera del lavoro regionale, insieme a molte altre realtà del territorio, «ha discusso e costruito con noi il nostro progetto di autonomia. Sono pronto a confrontarmi anche con la nuova segreteria nazionale della Cgil per illustrare i contenuti, sono fiducioso che saranno apprezzati».