Quel cerchio nero al posto del simbolo della strage
Lo choc dei ferrovieri. Ma è solo, per la prima volta, in manutenzione
Da qualche giorno al posto dell’orologio simbolo della strage alla stazione in piazza Medaglie d’Oro c’è un telo nero. Uno choc per i viaggiatori e per i ferrovieri, che hanno chiesto spiegazioni. L’orologio farà ritorno tra una decina di giorni: per la prima volta è in manutenzione.
È come se quel telo nero si portasse via un pezzo della memoria collettiva. Come se oscurasse il simbolo a cui la città, in questi 38 anni, si è aggrappata con tutte le forze che aveva per non dimenticare. L’orologio che dal 1980 segna l’ora esatta in cui la bomba esplose in stazione e su cui, ogni 2 Agosto, si posano gli occhi di una piazza intera che prova a buttar giù il magone, non è più al suo posto da quattro giorni.
Ad accorgersene, oltre ai viaggiatori, che però sono spesso distratti dalla frenesia delle coincidenze, sono stati soprattutto i ferrovieri che a quel simbolo rivolgono lo sguardo tutti i santi giorni, una forma di preghiera laica che accomuna chi lavora nello scalo bolognese e fa su e giù dai treni avendo la stazione centrale come perno del proprio mestiere. Quando l’hanno visto, quel quadrante nero, il cuore ha iniziato a correre all’impazzata. Perché sotto, dove c’è il «monumento» moderno che segna comunque le 10,25, non c’è nemmeno un cartello che spieghi cosa stia succedendo. Nessuno, ai piani alti delle Ferrovie, si è preso la briga di mettere anche solo un foglietto per dire: non preoccupatevi, l’orologio — il vostro orologio — è in manutenzione.
Perché è questa la verità, nella sua banalità. L’orologio del 2 Agosto, che si guarda quando, durante la commemorazione, c’è quel fischio che risuona nel silenzio di piazza Medaglie d’Oro e arriva
nella schiena come un brivido, è momentaneamente sotto i ferri. O meglio, c’è chi ne sta lucidando il vetro, perché le lancette ferme alle 10,25 siano ancora più visibili. Gli addetti ai lavori assicurano che ci vorranno dieci giorni per far tornare tutto come prima. Anzi, meglio di prima. E giurano che a nessuno è mai saltato in mente di togliere l’orologio da lì. Bastava semplicemente informare i lavoratori e i viaggiatori, perché un telo nero sul simbolo tanto caro ai bolognesi non c’era mai stato.
Per giorni i ferrovieri hanno chiesto spiegazioni all’azienda, ma di risposte non ne hanno avute. E la loro mente è
tornata, con panico, al 2001, quando, proprio nel cuore di agosto, a pochi giorni dal 21esimo anniversario della strage, l’orologio venne rimesso in funzione. Manutenzione ordinaria, dissero all’epoca le Fs, che fecero di nuovo girare le lancette, pare in seguito alle lamentele di sbadati viaggiatori che, guardando il quadrante di sinistra, perdevano il treno. Ci fu una sollevazione popolare.
Non è questo il caso. Ma alzando lo sguardo, in questi giorni, per un attimo, un secondo, il cuore si ferma. E il magone torna prepotente.