Corriere di Bologna

Virtus al batticuore

Poderoso esordio a Firenze per Martin e compagni, che volano in semifinale (contro Cremona) battendo la strafavori­ta Milano. M’Baye pauroso e un finale thrilling

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Labanti

Poderosa come non l’era mai stata in tutta la stagione, la Virtus piazza la partita perfetta nella notte che più conta, la prima di Firenze, contro l’avversario d’una vita ovvero quella Milano da sempre strafavori­ta ma avvezza agli scivoloni nella Final Eight. Una Segafredo lucida, energica, un’altra squadra rispetto a quella moscia vista sabato scorso a Cremona che aveva fatto soffiare altri venti di tempesta.

Li ha spazzati via con una pennellata di freschezza, una serata da eroi: sarà proprio Cremona l’avversario di domani pomeriggio alle 18. C’è voluto il thriller finale, perché altrimenti non sarebbe la Virtus: avanti 86-78 a 15” dalla sirena, con la partita chiusa, i bianconeri hanno preso 6 punti in un amen da Jerrells regalando poi la palla a Brooks capace d’infilare sulla sirena un cesto sull’86-84.

Buono o non buono? Da due o da tre? Interminab­ili attimi d’attesa con gli arbitri a controllar­e il monitor, per sentenziar­e che il canestro è arrivato un decimo di secondo oltre il tempo. Si scatenano i duemila bolognesi al Mandela Forum, la squadra balla, Sacripanti si commuove, l’avventura fiorentina non è finita. Incartato James a 1/10 al tiro e 1 solo assist dopo 30’, superata la salita dei falli che ancora li hanno vessati, i bianconeri sono saliti sulle spalle di Taylor e M’Baye per confeziona­re un regalo a Massimo Zanetti gasato in prima fila.

Milano ha tirato tanto e male (32/78 alla fine, con 18 rimbalzi offensivi), stando in

campo con la supponenza di chi è convinto di piazzare presto o tardi il parziale vincente. O forse, come altre volte è successo, che fosse la V a sciogliers­i. Invece a 5’30”

dalla fine la Segafredo era a +13 (74-61) e stava controllan­do la partita forte di un fossato scavato dagli assalti di Taylor, una furia lucida, cristallin­a, potente.

Con lui M’Baye, presente sui due lati del campo, e le zampate efficaci di Moreira.

Il primo tempo era già stato sostanzios­o, con la Virtus in grado di scrollarsi di dosso paure e tossine col passare dei minuti, prendendo coraggio, trovando soluzioni e lasciando che fosse Milano ad avvitarsi su se stessa. Il quintetto difensivo di Sacripanti, svegliato da un time out sul 2-9, ha dato equilibrio, pescando poi dalla panchina - causa due falli immediati di Punter e poi del suo sostituto Martin - i cesti di Aradori.

Dopo 7’ le lampadine accese per la Segafredo sono già cinque, una sola per l’Olimpia. Una gara in salita, ricucita in avvio di secondo periodo quando Milano tira 0/7 nei primi due minuti e sta a galla solo con i rimbalzi d’attacco (9 all’intervallo). Il secondo quintetto di Pianigiani si fa mangiare in testa e la Virtus trova fiducia per cavalcare le soluzioni di Moreira e chiudere a +5 con la tripla di Cournooh.

Il quintetto pesante della V soffre, ma con Milano inchiodata al 15/40 al tiro i bianconeri sorridono e il patron Zanetti si diverte.

Godrà ancora di più alla fine, con l’ansia di buttarla via dopo averla condotta e vinta, anzi stravinta. Contro Milano la Virtus era reduce da 12 sconfitte di fila, domani giocherà invece la semifinale di Coppa Italia. Sciamano i bolognesi per le strade di Firenze, qualcuno risale sul treno, molti si fermano. Il loro San Valentino passa baciando la Virtus.

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IradiddioU­n grande Kelvin Martin infila Burns e la mette a canestro (Ciamillo)

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