D’Onghia: «Un ensemble classico con musicisti pop A Lucio sarebbe piaciuto»
Beppe D’Onghia, la sua sarà una prova d’orchestra da brividi: suonare e reinterpretare quello splendido album di Lucio...
«Complicato ma stimolante. Mettere insieme musicisti pop con l’orchestra del Comunale non è semplice. E poi ci sono tanti cantanti diversi che faranno solo una prova secca. Prova di fegato» Ormai mancano pochi giorni.
«È da ottobre che studio, ascolto, scrivo. Da domani il mio studio sarà aperto ai musicisti bolognesi che si alterneranno nelle sessioni. Da martedì aspetto quelli che vengono da fuori. Il 21 ci sarà la prova generale con l’orchestra al Manzoni. Registreremo e manderemo le basi ai cantanti che così potranno provare per conto loro»
Quanti elementi dirigerà?
«Quasi una sessantina e poi i cantanti che arriveranno il 4 pomeriggio. Tutti insieme. Una prova a testa e basta. Dovremo essere tutti molto bravi».
A Lucio piaceva la classica.
«Lo ha aiutato a scrivere le canzoni. Chi lo canterà insieme all’orchestra lo farà capire meglio. Io quando lo riscrivo lo comprendo di più. Notte, per dire, ha un finale strepitoso».
Ci sarà anche la voce di Dalla.
«Registrazioni della Fondazione dove lui non canta, ma interviene fra un brano e l’altro, li unisce, li collega»
È la prima volta che partecipa alle celebrazioni.
«Ho sempre ritenuto difficile partecipare perché erano cose improvvisate. Andare in casa di Lucio mi faceva male. Solo chi è stato accanto a un artista può capire quanto l’artista sia dedito a se stesso e alla propria arte: il sogno era il motore della sua giornata. Non è semplice ricordarlo. Si è fatto poco. Sono convinto però che per fare le cose ci vuole competenza, se no il risultato è quello che è. Mi aspetto competenza e non parlo solo della Fondazione. Questa volta non mi sono tirato indietro di fronte a un format che ho contribuito a creare. E che magari proseguirà, visto l’interesse del Teatro, anche con altri album di Lucio»