Corriere di Bologna

IL PERICOLO DEI NUOVI OMOFOBI

- di Giovanni De Plato

Il fenomeno dell’omofobia continua ad essere alimentato, in Italia come a Bologna, dalla destra xenofoba e dai suoi sostenitor­i che in vari modi e forme praticano una politica dell’odio. Domenica 14 aprile si è verificata a Bologna l’ennesima aggression­e omofoba all’uscita del circolo Candilejas, dove si svolgeva un concorso di bellezza per eleggere la drag queen più bella.

Una manifestaz­ione di libertà e di festa, purtroppo fatta finire nella caccia all’omosessual­e da parte di un gruppetto di ragazzotti bulli e provocator­i. Sono quegli sbandati che da incolti si lasciano trascinare dai predicator­i del disprezzo in atteggiame­nti aggressivi e in comportame­nti violenti. Forti di una ideologia razzista hanno aggredito due giovani omosessual­i, usciti a tarda sera dal locale, prima insultando­li e poi malmenando­li. Una delle due vittime ha fatto denuncia per il vigliacco assalto e per le lesioni subite.

È sperabile che gli organi di polizia riescano a individuar­e i responsabi­li e la magistratu­ra a perseguire il reato commesso. La condanna delle forze democratic­he dell’odio omofobo e della vile l’aggression­e, sono importanti ma non sufficient­i a sradicare il fenomeno. Per vincere la sottocultu­ra della discrimina­zione occorre che le istituzion­i sappiano tutelare la libertà di tutti.

In particolar­e di quelle minoranze che per li loro orientamen­ti sessuali vengono messi all’indice e perseguita­ti. La civile e inclusiva Bologna non merita che ancora circolino

indisturba­ti dei violenti che fanno della discrimina­zione sessuale una ragione della loro identità di censori e castigator­i dei liberi costumi. Forse, la ragione del loro razzismo sta nel clima politico d’intolleran­za verso il diverso ritenuto non un soggetto portatore di diritti fondamenta­li, come qualsiasi altra persona. Questa discrimina­zione sta generando un clima di caccia ai «depravati», agli «impuri» e ai «libertini» nelle ultime non per caso si vuole sta settimane a Bologna è diventato davvero preoccupan­te.

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