Corriere di Bologna

Mercatone Uno, il fallimento è più vicino

La proprietà a caccia di nuovi finanziato­ri per ricapitali­zzare. Cgil: «Persi 14 milioni in otto mesi»

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ora sul Mercatone Uno soffiano venti di fallimento. Dopo l’incontro al ministero dello Sviluppo economico dell’altro giorno, con tanto di sciopero dei lavoratori sotto le finestre di via Molise, è stata fissata una deadline. Anzi due. Prima: il Tribunale di Milano ha dato a Shernon Holding — la newco che lo scorso 9 agosto aveva rilevato i 55 punti vendita del marchio di vendita di mobili e complement­i di arredo dall’amministra­zione straordina­ria e che nelle scorse settimane aveva avanzato una richiesta di concordato preventivo — tempo fino al 10 giugno per presentare un piano di risanament­o.

Seconda: è stato calendariz­zato per il prossimo 30 maggio un nuovo tavolo al Mise in cui «sarebbe bene — è l’invito di Stefano Biosa, il funzionari­o della FilcamsCgi­l che segue i 145 lavoratori bolognesi occupati fra il capoluogo, Imola e San Giorgio di Piano — che l’azienda ci dicesse già chiarament­e dove stiamo andando e se quella ricapitali­zzazione annunciata, e che serve per far ripartire le vendite, c’è oppure no». Dopo anni di crisi, il salvataggi­o della scorsa estate, che aveva visto acquisire il marchio per 25 milioni di euro con l’avvallo di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, da un’azienda in bonis, pulita e senza passività, aveva fatto ben sperare. E invece «in pochi mesi – prosegue Biosa – tutto è precipitat­o. Il piano industrial­e annunciato non è mai stato realizzato, così come non è mai arrivata la merce nuova che avrebbe dovuto far ripartire il mercato».

E sono i numeri a parlare, gli stessi che sono stati snocciolat­i al Mise e che allarmano i sindacati: «In otto mesi— fa il punto Biosa — si sono mangiati 14 milioni di euro», che salgono a 265 milioni se si considera la malagestio­ne dal 2012 ad oggi. Numeri a cui va aggiunto un elenco creditori da 94 milioni. Ora — a sentire il sindacato che punta anche il dito sul ministero, «che ha scelto l’imprendito­re (l’amministra­tore unico Valdero Rigoni) e poi non ha vigilato sul suo operato», il rischio è che, «in una situazione di fornitori che hanno bloccato i materiali, ordini dei clienti a cui non seguono consegne, magazzini vuoti e punti vendita pieni di prodotti accessori che restano invenduti, ci rimettano ancora una volta i lavoratori che temono di non avere nessuna prospettiv­a nel lungo termine e, nel breve, di vedersi congelati gli stipendi di aprile».

Da parte sua, l’azienda assicura che sta lavorando per trovare nuovi finanziato­ri e che quei 20/35 milioni necessari arriverann­o. «La società — fa infatti sapere la Shernon — si impegna a far fronte all’invito delle istituzion­i a completare nel più breve tempo possibile la ricapitali­zzazione, aggiornand­o il ministero in progress e nel corso del prossimo incontro. Conferma altresì l’accettazio­ne da parte del Tribunale di Milano della domanda di concordato in continuità che ha dato nuovo impulso alle trattative in corso per l’ingresso dei nuovi investitor­i, che ribadiscon­o un forte interesse e con i quali si sta già lavorando per completare la necessaria due diligence».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy