Villa delle Rose trasformata da Catherine Biocca
La mostra Fino al 26 maggio gli audio-visivi, gli sticker e le sculture provocatorie dell’artista analizzano attualità, economia e arte
L’opera che da il titolo alla mostra, You’re hired, è nella seconda stanza a destra: dentro a una zanzariera l’artista ha messo in scena un dialogo surreale, paradossale e (forse) impossibile fra due individui, uno dei quali risponde a un colloquio di lavoro e l’altra è impegnata in una conversazione amorosa. E’ la modalità espressiva di Catherine Biocca, artista italotedesca di 35 anni, protagonista nella sua prima personale in Italia a Villa delle Rose nell’ambito del programma «Residenze Rose» dopo Dina Danish & Jean-Baptiste Maitre, selezionata anche lei dalla commissione scientifica allestita
dal Mambo. Ieri sera il vernissage della sua esposizione You’re hired (Sei assunta, questa la traduzione) pensata e realizzata durante la sua permanenza in città, tre settimane a casa Natali. «Non ho visto granché di Bologna, essendomi concentrata sulle opere da realizzare: sono venuta qui tutti i giorni, dalle 8 di mattina alle 17… il mio compagno però ha girato Bologna e si sta interessando agli asili perché vorrebbe fermarsi qua… si è proprio innamorato, ma è svedese e loro fanno così», racconta con ironia Catherine, in dolce attesa del secondo figlio. Otto l lavori site specific che la Biocca ha allestito nelle 4 stanze a piano terra della Villa e che saranno visibili fino al 26 maggio. Colpisce immediatamente la molteplicità di elementi utilizzati: audio-visivi, graficopittorici e scultorei. Varietà di tecniche e di materiali. E come si evince dall’opera descritta in apertura, Biocca agisce in stretta connessione con l’attualità, con i temi che riflettono alcuni dei fenomeni sociali, politici ed economici più stringenti come la sovraproduzione di immagini nella sfera mediatica e nell’arte contemporanea. Sarcastici gli sticker in dialogo e contatto con delle sculture lapidee che richiamano, simbolicamente, la presenza della Crocerossa nella Villa durante l’ultimo conflitto mondiale: la sofferenza dei malati si confonde con l’irriverenza della figura disegnata (con tanto di gesto esibizionistico: un soggetto che si apre un impermeabile). In tedesco di dice Shadenfraude ovvero il piacere che deriva dai fallimenti altrui. Arriva dalla Cina, tramite Amazon, il Broken Sky: un altro sticker con un grande cielo che simula un’apertura inesistente. Poi la rielaborazione di busti dei padri risorgimentali (senza testa) e infine una scenografia luminosa dove è riprodotto il viale del parco della villa attraversato però da un T-rex. Non mancherà, il 27 aprile, anche un intervento performativo di una studentessa dell’Accademia delle Belle Arti nelle cinque stanze utilizzate da Biocca. Assolutamente singolare e giocoso il catalogo presentato dall’artista.