«Il Guasto Village vada al DumBo»
L’assessore offre un’alternativa agli esclusi dal bando dell’estate di piazza Verdi
Una casa per il Guasto Village nel nuovo distretto culturale DumBo, il progetto di riuso temporaneo di una porzione dell’ex area ferroviaria Ravone di via Casarini presentato venerdì dal Comune e da Sistemi Urbani, società di Ferrovie dello Stato che gestisce il bene. È questa l’ipotesi che sarebbe emersa ieri durante un incontro tra l’assessore alla Cultura, Matteo Lepore, e PeacockLab che ha animato piazza Verdi nelle ultime due estati.
Una casa per il Guasto Village nel nuovo distretto culturale DumBo, il progetto di riuso temporaneo di una porzione dell’ex area ferroviaria Ravone di via Casarini presentato venerdì dal Comune e da Sistemi Urbani, società di Ferrovie dello Stato che gestisce il bene.
È questa l’ipotesi che potrebbe prendere corpo nei prossimi giorni per non disperdere la kermesse estiva che negli ultimi due anni aveva riqualificato l’area di piazza Verdi e del Teatro comunale, ma quest’anno battuta da un’altra rassegna che si è aggiudicata il bando di Palazzo d’Accursio: a vincere la cooperativa Le macchine celibi in cordata con altre realtà culturali e il comitato dei residenti di piazza Verdi.
L’idea di traslocare PeacockLab, l’associazione ideatrice del Guasto Village, e i suoi container nel nuovo spazio di rigenerazione urbana sarebbe emersa ieri durante un incontro con l’assessore alla Cultura, Matteo Lepore, che ha quindi risposto subito all’appello lanciato da PeacockLab per avere un confronto e capire come poter mantenere sotto le Due Torri la sua attività. In settimana è già fissata una riunione con Open Group, che insieme a Eventeria ha preso in gestione la parte dell’ex scalo Ravone che nei prossimi quattro anni potrà andare a realtà cittadine per la produzione di idee, progetti, connessioni culturali da portare avanti fino a quando non sarà definito ed entrerà nel vivo il Piano attuativo per questo grande comparto di città: residenze, verde, commercio e nuove strade.
Dal summit tra PeacockLab e Open Group ci si renderà conto se i margini per portare a compimento l’operazione ci sono davvero, e soprattutto quali risorse potranno essere messe in campo per raggiungere l’obiettivo e con quali tempi, visto che comunque gli ideatori del Village, rimasti orfani della loro tradizionale location, vorrebbero comunque avere una rassegna estiva, oppure «emigrare» a Modena o Verona che si erano dimostrate interessate al format.
Nei giorni scorsi, una volta reso noto l’esito del bando, PeacockLab e i fan del Guasto Village hanno manifestato
Questa ipotesi allontana il ricorso al Tar contro l’esito della gestione di piazza Verdi
apertamente il disappunto per la sconfitta: online è stata lanciata anche una petizione di protesta che ha raggiunto quasi 300 sostenitori.
A essere contestata in particolar modo la decisione di premiare «Piazza Verdi racconta» delle Macchine Celibi, un progetto più concentrato sul programma culturale del palco di piazza Verdi e meno sulla riqualificazione urbana di via del Guasto e Largo Respighi: della cordata vincitrice fanno parte tra l’altro anche i residenti e i commercianti della zona che avevano apertamente contestato i container e il loro contenuto. Marcello Corvino, direttore artistico della rassegna 2019 ha parlato della volontà di «dare meno spazio a nuove attività di somministrazione, come successo negli anni passati e concentrarsi di più su arte e cultura».
PeacockLab sembra quindi meno intenzionata a presentare ricorso al Tar contro l’esito del bando, anche se viene ribadito che «l’intenzione resta quella di vederci chiaro ed esaminare tutti gli atti per capire perché abbiamo ottenuto cinque punti in meno rispetto ai vincitori, con un progetto nettamente migliore rispetto agli anni passati, votato alla sostenibilità ambientale e al consumo zero di plastica e all’eliminazione delle barriere architettoniche».