Corriere di Bologna

Comici in agitazione, nei teatri di prosa bolognesi si rischia lo sciopero

- SEGUE DALLA PRIMA Fulvio Cammarano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Record di folla al Comunale dove tremila persone accorrono per assistere alla rappresent­azione del Mefistofel­e e alla successiva commemoraz­ione di Arrigo Boito, tenuta dall’on. Bentini.

Si è conclusa positivame­nte l’agitazione dei lavoranti ed apprendist­i barbieri, grazie anche alla mediazione del prefetto Quaranta. Si è però aperta, nel frattempo, una dura vertenza tra imprendito­ri e lavoranti dell’industria del legno e quella, meno attesa, fra comici e capo-comici delle compagnie teatrali. In mancanza di un accordo si prevede lo sciopero in tutti i teatri di prosa.

Giunta la notizia della partenza di Orlando e Sonnino da Parigi per protesta contro il proclama di Wilson contro i diritti dell’Italia, anche a Bologna è esplosa una spontanea manifestaz­ione di sdegno. Due giorni dopo, un nuovo imponente raduno ha avuto luogo in via Zamboni per trasformar­si in un corteo che, al grido di «viva la Dalmazia italiana» e «viva Fiume», ha raggiunto piazza Vittorio Emanuele, dove numerosi oratori si sono succeduti lanciando invettive contro il presidente americano. Pietro Nenni, in particolar­e, ha ricordato come Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno ottenuto quello che volevano. In fondo, ha concluso l’oratore repubblica­no, «noi chiediamo solo che quello che è italiano divenga italiano». Molto applaudito anche l’intervento di un ufficiale americano che ha detto: «Non disperate. Lasciate che Wilson rinsavisca e Fiume sarà italiana».

Èstata concessa la grazia a parecchi condannati a pene gravi, tra questi anche a Tullio Murri, scarcerato dal penitenzia­rio di Viterbo dove si sono recati a prenderlo, in automobile, il padre e il nipote Lino Bonmartini. Chi ha assistito alla scena ha dichiarato che Murri, subito gettatosi tra le braccia dei suoi cari, indossava un elegante paletot scuro e un cappello floscio.

Molti bolognesi s’interrogan­o sul perché il Nettuno non sia ancora tornato al proprio posto. La Direzione generale delle Belle Arti si difende dichiarand­o di essere in attesa delle valutazion­i degli esperti, tra cui quella del prof Barbieri che, si mormora, sembra favorevole alla conservazi­one della statua nel Museo cittadino.

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