Rimini, hub della Romagna I nuovi voli dall’Est Europa
L’aeroporto incrementa le tratte. E il sindaco Gnassi «sogna» la Cina
Nuovi voli e nuove rotte con l’obiettivo dichiarato di incrementare i flussi in arrivo e diventare negli anni un vero e proprio hub aeroportuale di riferimento per l’area vasta della Romagna.
Dovrebbe già dare i primi frutti, come lancio pubblicitario, in questi giorni di ponti festivi la nuova offerta turistica dell’aeroporto internazionale Federico Fellini di Rimini e San Marino. Il nuovo corso ha ottenuto anche la «benedizione» del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dell’assessore al turismo Andrea Corsini. La Regione ha infatti promesso un investimento quantificabile in quasi novanta milioni entro il 2033 a beneficio dello sviluppo dello scalo. Il Fellini rientra quindi nell’elenco delle infrastrutture strategiche individuate da Viale Aldo Moro. L’obiettivo? Vedere atterrare turisti che non per forza infilino infradito e costume una volta usciti dai cancelli del Fellini. Piuttosto spingerli a visitare anche le bellezze di Ravenna o dell’entroterra. Nelle prossime settimane partiranno i collegamenti — in chiave incoming — tra lo scalo riminese, Budapest e Cracovia esercitati da Ryanair, i voli da e per Mosca targati Pobeda, quelli da e per Kiev e Kharkiv in Ucraina e i collegamenti con Tirana esercitati da Fly Erns. Tanta Europa dell’Est, una corsia preferenziale per la Russia, ma non solo, Lufthansa collegherà Rimini e Monaco.
In chiave ibrida — incoming e outcoming — Ryanair continuerà a esercitare le tratte Rimini – Londra. Il tutto sognando l’apertura di un collegamento intercontinentale che colleghi la Romagna e la proietti oltre la Grande Muraglia, in Cina, come ventilato in conferenza dal sindaco di Rimini Andrea Gnassi.
Alle novità va però anteposta una premessa. Il Fellini ha riaperto grazie alla nuova gestione targata Air Ariminum solo nel 2015, dopo gli anni bui successivi al fallimento di Aeradria, il vecchio gestoreParliamo del ventottesimo aeroporto per dimensioni in Italia, su un totale di 40 scali. Non una posizione da primo piano, dunque, ma su questo aspetto pesano anche i lunghi anni di inattività. L’attuale società di gestione punta per il 2019 a un incremento dei viaggiatori del 33,4% con un volume pari a 406.356 passeggeri. Per raggiungere gli obiettivi prefissati a lungo termine invece ci vorrà ancora tempo. Inevitabile, dunque, che il «Marconi» di Bologna giochi ancora un ruolo di fondamentale per l’arrivo dei turisti in Riviera. «La Romagna traina l’intero comparto del turismo regionale», ha spiegato Bonaccini. E allora meglio tenere un basso profilo: «Nessuna concorrenza a Bologna né tantomeno a Forlì».
Il capoluogo dell’entroterra romagnolo attende con una certa impazienza anche la riapertura dell’aereoporto Ridolfi di Forlì, che dallo scalo riminese dista appena 50 km. Piuttosto c’è attesa anche per l’inaugurazione del People Mover che a breve collegherà la stazione di Bologna al Marconi. Per gli amministratori romagnoli chi atterrerà a Bologna sarà più agevolato a raggiungere la Riviera. Dove vanno via via moltiplicandosi sull’onda del successo i collegamenti esercitati dai bus shuttle che quotidianamente, con il loro carico di turisti, fanno la spola tra i comuni romagnoli e l’hub bolognese.
” Bonaccini La Regione investirà nello scalo 90 milioni Non ci sarà alcuna concorrenza con Bologna e Forlì