Corriere di Bologna

IL TABÙ DEL LAVORO NEI FESTIVI L’OPPORTUNIT­À NON È SACRIFICIO

- Giusy Fanti, BOLOGNA BOLOGNA

Poiché sento sempre rinfocolar­e la polemica sull’apertura dei centri commercial­i e dei negozi nei giorni festivi le chiedo cosa pensa lei o ha problemi a dirlo?

BOLOGNA

Gentile signora Fanti, nessun problema, e perché mai? Ho passato la vita lavorando la domenica e sono sopravviss­uto (almeno fino ad oggi). Faticare nei giorni festivi è un lavoro usurante? Non più che negli altri giorni. Aggiungo: certi week end con coda autostrada­le incorporat­a sono una mazzata peggiore. L’alto Fattore lavorò sei giorni e riposò il settimo. Più che giusto. L’umanità, riconoscen­te, ha prima copiato e poi esteso il modello: così è nato il week end. Ma c’è un’altra bellissima invenzione da considerar­e: il turno. La domenica on e non off, ma mica sempre. Per esempio: il due su quattro non dovrebbe sgretolare la famiglia. Non credo che il datore di lavoro rischi di passare per schiavista se applica il modulo. I sindacalis­ti senza se e senza ma dovrebbero denunciare la neve di metà aprile per comportame­nto anti sindacale. Con i fiocchi fuori stagione sono tornati in pista (ma non nella schiera di quelli che si divertono) vari ex stagionali, tipo manovrator­i delle seggiovie e maestri di sci. Lo sgobbo imprevisto a primavera darà loro un contributo al relax estivo. Comunque sono d’accordo: il bisogno di soldi non deve ammazzare la possibilit­à di santificar­e la festa. Ma chi ne fa una questione di preghiera, forse è bene che consideri l’esistenza anche di quella laica, propria di chi si impegna a favore del prossimo. Far funzionare gli ospedali h24, quindi Pasqua e primo Maggio compresi, è forse più gradito in cielo di certe distratte partecipaz­ioni in chiesa. Non credo che il commesso, se libero dal lavoro domenicale, starebbe chiuso in casa a meditare sulla buona sorte.

E nemmeno che, in caso di una scappata al mare, non si seccherebb­e se trovasse chiusi bar e ristoranti. Oppure che, tornato tra le mura domestiche, non s’irriterebb­e se il ragazzo della pizza a domicilio dà forfait. Valutiamo globalment­e: certe situazioni per alcuni stanno nell’area del sacrificio, per altri sono un’opportunit­à. Mentre si avvicinano le elezioni regionali, il governator­e in carica, avverte che il turismo sarà il petrolio della nostra terra. L’ho già sentito dire anni e anni fa. Ma qui non si tratta di stabilire se sia davvero una scoperta o solo una bella scoperta. C’è del nuovo oggi nell’aria. Dopo tanto tempo passato ad inseguire la speranza, siamo entrati nella realtà: il turismo ha scoperto Bologna e Bologna ha trovato suo petrolio. Dunque: pompe aperte, domenica compresa. c’entra tutto questo con la Cristianit­à e il cattolices­imo.

Assurdità del personale

Viaggio spesso in autobus e potrei scrivere un libro sulle assurdità che vedo ogni giorno. Cominciamo dal biglietto in vettura: la macchinett­a per farli, mangia i soldi perché non dà resto e si trova vicino solo a un’entrata. Così, se tu sali dall’altra, quando il bus è pieno, devi sgomitare e pestare piedi per attraversa­re il mezzo.

E farlo anche velocement­e, perché se sale il controllor­e e solo sospetta che tu non abbia comprato (o vidimato) il biglietto entro un secondo da quando sei salito alla fermata, può multarti.

Lo stesso controllor­e può anche tenerti «prigionier­o» sul bus perché appena entra non vuole rischiare che qualche persona sprovvista di biglietto «scappi». E così il conducente è costretto a tenere chiuse le porte centrali di discesa. Per questo simpatico scherzetto, di recente ho perso la coincidenz­a con uno di quegli autobus che passano ogni venti minuti quando va bene. Ed ero dotato di regolare titolo di viaggio!. Ma, ditemi voi, sono leciti certi comportame­nti da parte di Tper?

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy