IL TABÙ DEL LAVORO NEI FESTIVI L’OPPORTUNITÀ NON È SACRIFICIO
Poiché sento sempre rinfocolare la polemica sull’apertura dei centri commerciali e dei negozi nei giorni festivi le chiedo cosa pensa lei o ha problemi a dirlo?
BOLOGNA
Gentile signora Fanti, nessun problema, e perché mai? Ho passato la vita lavorando la domenica e sono sopravvissuto (almeno fino ad oggi). Faticare nei giorni festivi è un lavoro usurante? Non più che negli altri giorni. Aggiungo: certi week end con coda autostradale incorporata sono una mazzata peggiore. L’alto Fattore lavorò sei giorni e riposò il settimo. Più che giusto. L’umanità, riconoscente, ha prima copiato e poi esteso il modello: così è nato il week end. Ma c’è un’altra bellissima invenzione da considerare: il turno. La domenica on e non off, ma mica sempre. Per esempio: il due su quattro non dovrebbe sgretolare la famiglia. Non credo che il datore di lavoro rischi di passare per schiavista se applica il modulo. I sindacalisti senza se e senza ma dovrebbero denunciare la neve di metà aprile per comportamento anti sindacale. Con i fiocchi fuori stagione sono tornati in pista (ma non nella schiera di quelli che si divertono) vari ex stagionali, tipo manovratori delle seggiovie e maestri di sci. Lo sgobbo imprevisto a primavera darà loro un contributo al relax estivo. Comunque sono d’accordo: il bisogno di soldi non deve ammazzare la possibilità di santificare la festa. Ma chi ne fa una questione di preghiera, forse è bene che consideri l’esistenza anche di quella laica, propria di chi si impegna a favore del prossimo. Far funzionare gli ospedali h24, quindi Pasqua e primo Maggio compresi, è forse più gradito in cielo di certe distratte partecipazioni in chiesa. Non credo che il commesso, se libero dal lavoro domenicale, starebbe chiuso in casa a meditare sulla buona sorte.
E nemmeno che, in caso di una scappata al mare, non si seccherebbe se trovasse chiusi bar e ristoranti. Oppure che, tornato tra le mura domestiche, non s’irriterebbe se il ragazzo della pizza a domicilio dà forfait. Valutiamo globalmente: certe situazioni per alcuni stanno nell’area del sacrificio, per altri sono un’opportunità. Mentre si avvicinano le elezioni regionali, il governatore in carica, avverte che il turismo sarà il petrolio della nostra terra. L’ho già sentito dire anni e anni fa. Ma qui non si tratta di stabilire se sia davvero una scoperta o solo una bella scoperta. C’è del nuovo oggi nell’aria. Dopo tanto tempo passato ad inseguire la speranza, siamo entrati nella realtà: il turismo ha scoperto Bologna e Bologna ha trovato suo petrolio. Dunque: pompe aperte, domenica compresa. c’entra tutto questo con la Cristianità e il cattolicesimo.
Assurdità del personale
Viaggio spesso in autobus e potrei scrivere un libro sulle assurdità che vedo ogni giorno. Cominciamo dal biglietto in vettura: la macchinetta per farli, mangia i soldi perché non dà resto e si trova vicino solo a un’entrata. Così, se tu sali dall’altra, quando il bus è pieno, devi sgomitare e pestare piedi per attraversare il mezzo.
E farlo anche velocemente, perché se sale il controllore e solo sospetta che tu non abbia comprato (o vidimato) il biglietto entro un secondo da quando sei salito alla fermata, può multarti.
Lo stesso controllore può anche tenerti «prigioniero» sul bus perché appena entra non vuole rischiare che qualche persona sprovvista di biglietto «scappi». E così il conducente è costretto a tenere chiuse le porte centrali di discesa. Per questo simpatico scherzetto, di recente ho perso la coincidenza con uno di quegli autobus che passano ogni venti minuti quando va bene. Ed ero dotato di regolare titolo di viaggio!. Ma, ditemi voi, sono leciti certi comportamenti da parte di Tper?