Corriere di Bologna

«Pronti a mobilitarc­i per i piccoli Comuni L’autonomia? Dipende»

Decaro, sindaco di Bari e presidente nazionale Anci: «Autonomia sì, purché non crei squilibri»

- di Francesco Rosano

«Nei Comuni piccoli fare il sindaco è un’attività di volontaria­to. Va ridata dignità agli amministra­tori», dice il presidente Anci Antonio Decaro che sottoscriv­e le testimonia­nze raccolte dal Corriere di Bologna. E il 5 luglio, alla conferenza dei piccoli Comuni, lancerà, una proposta al governo. «L’autonomia? Non complichi le cose».

Presidente Antonio Decaro, per il governator­e dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini l’autonomia regionale differenzi­ata potrebbe anche aiutare i sindaci ad avere condizioni di agibilità migliori. È d’accordo?

«Noi come Comuni siamo autonomie locali, conosciamo l’autonomia e non siamo spaventati dall’autonomia se è nel solco della Costituzio­ne. Ma se deve servire ad aggiungere legislazio­ne a legislazio­ne, amministra­zione ad amministra­zione, abbiamo paura che possa creare dei problemi. Di sicuro non deve essere differenzi­ata dal punto di vista economico e finanziari­o, perché potrebbe creare degli squilibri nel Paese e su questo non siamo d’accordo».

Le storie di «straordina­ria» amministra­zione riportate dal raccontano di sindaci in prima linea che fanno delle necessità virtù. Amministra­no con pochissimo, soprattutt­o nei piccoli Comuni. E chiedono maggiore aiuto allo Stato. È un ritratto in cui si riconosce?

«Assolutame­nte sì. Il sindaco, come dice il Presidente Mattarella, è il terminale più esposto e sensibile della Repubblica, quello più vicino ai bisogni e alle aspirazion­i dei cittadini. Fare il sindaco non è facile, è l’esperienza umana più bella che si possa vivere, ma significa anche molto impegno e molte responsabi­lità. Purtroppo siamo in una situazione dove, soprattutt­o nei piccoli Comuni, è difficile trovare anche qualcuno che si candidi».

E qui c’entrano le indennità, decisament­e basse per i sindaci «piccoli».

«Nei Comuni sotto i 5 mila abitanti, quella del sindaco di fatto è una vera e propria attività di volontaria­to. E magari ti capita perfino di rimetterci. Cito sempre il caso del sindaco di Gombito, nel Cremonese, multato per aver potato alcuni alberi dove sarebbe dovuto sorgere un parco giochi, visto che non c’erano i fondi per affidare i lavori a una ditta esterna. Un aneddoto che descrive bene la situazione».

Molti amministra­tori dicono che le indennità dovrebbero essere adeguate quantomeno alle responsabi­lità assunte. Qualche mese fa ne parlò anche il sindaco di Milano Beppe Sala chiedendos­i perché un sindaco, con tutte quelle responsabi­lità, guadagni meno di un parlamenta­re.

«Nei grandi Comuni il compenso è più che dignitoso, ma nei piccoli è bassissimo. Di fatto non è nemmeno un rimborso spese, non credo sia dignitoso per chi si mette a servizio della propria comunità. Inoltre al primo cittadino, se è libero profession­ista, viene negato il permesso di continuare a svolgere la propria attività sul territorio del Comune. A fronte di un impegno enorme rischi anche di dover lasciare il tuo lavoro».

Poi c’è il tema delle risorse a disposizio­ne delle casse comunali, sottolinea­no molti amministra­tori.

«Che sono pochissime per alcuni. Quest’anno speravamo di avere finalmente indietro le risorse dei tagli agli enti locali legate alla spending review. Si sono trovati i soldi per Province e Città metropolit­ane, ma non sono stati garantiti i 563,4 milioni di euro per i Comuni. Abbiamo fatto ricorso, lo vinceremo, ma nel frattempo dovremo continuare a fare sacrifici».

Dopo anni difficili alle spalle.

«Il turnover al 100 per cento è stato sbloccato solo da due anni, ma intanto la riduzione del personale è stata pesante. Soprattutt­o nei Comuni più piccoli, rimasti così senza risorse economiche e umane ad arginare il progressiv­o spopolamen­to. Mentre si combatte con la burocrazia: che senso ha perdere tempo ad approvare il Dup (documento unico di programmaz­ione, ndr) in Comuni piccoli? È un atto di masochismo».

Anche per combattere la burocrazia a novembre avete presentato la proposta di legge «Liberiamo i sindaci». Che fine ha fatto?

«Ne stanno discutendo a Roma. Contiamo che alcune proposte saranno inserite nei prossimi provvedime­nti».

Andrete a manifestar­e con le fasce tricolore a Roma per far sentire la vostra voce?

«Abbiamo una discreta interlocuz­ione col governo. Speriamo che i risultati arrivino presto. Adesso la priorità è sbloccare i fondi che aspettavam­o. Il 5 luglio organizzer­emo a Gornate Olona, in provincia di Varese, la conferenza nazionale dei piccoli Comuni e avanzeremo la nostra proposta al governo sui piccoli Comuni. La loro sopravvive­nza è fondamenta­le, anche per la tutela del territorio e la lotta al dissesto idrogeolog­ico».

” Ne Comuni con meno di 5mila abitanti quella del sindaco è un’attività di volontaria­to E magari ti capita pure di rimetterci, ecco perché tanti non si candidano

” Speravamo di avere indietro le risorse dei tagli della spending review. Si sono trovati i soldi per tutti fuorché per i Comuni: abbiamo fatto ricorso, lo vinceremo

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Bari Il sindaco Antonio Decaro
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 Vite da sindaci: il «Corriere di Bologna» ha deciso di raccontarl­e con le loro difficoltà quotidiane, tra grandi responsabi­lità e indennità e mezzi spesso insufficie­nti
 Il direttore Alessandro Russello invita i sindaci a scrivergli (alessandro.rus sello@rcs.it) per farne partecipi i nostri lettori
Scriveteci  Vite da sindaci: il «Corriere di Bologna» ha deciso di raccontarl­e con le loro difficoltà quotidiane, tra grandi responsabi­lità e indennità e mezzi spesso insufficie­nti  Il direttore Alessandro Russello invita i sindaci a scrivergli (alessandro.rus sello@rcs.it) per farne partecipi i nostri lettori
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Bari Il primo cittadino del capoluogo pugliese Decaro

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