Corriere di Bologna

Trapianti, cresce chi si oppone alle donazioni

Le difficoltà dei parenti «anziani» di fronte a un congiunto morto

- Amaduzzi

Crescono anche in Emilia-Romagna le opposizion­i alla donazione degli organi. Si tratta dei parenti di chi muore in terapia intensiva che non se la sentono di donare gli organi del proprio caro per salvare altre vite. «Più il parente è anziano e più è restio alla donazione», spiega l’esperta.

Crescono anche in Emilia-Romagna le opposizion­i alla donazione degli organi. Si tratta dei parenti di chi muore in terapia intensiva che non se la sentono di donare gli organi del proprio caro, cerebralme­nte morto, per salvare altre vite. Un fenomeno che sta dimostrand­o un trend in crescita nell’ultimo triennio, rispetto invece a un sostanzial­e calo a livello nazionale. Fenomeno che sta portando il policlinic­o Sant’Orsola a intensific­are ancora di più l’azione di informazio­ne e sensibiliz­zazione dei potenziali donatori.

Partiamo dai dati, pubblicati dal Centro nazionale trapianti. Nel 2016 le opposizion­i alla donazione in Emilia-Romagna erano il 26,1%. La quota dei resistenti è salita al 28,2% l’anno successivo e ha raggiunto il 30% nel 2018. In sostanza, in Emilia-Romagna quasi una persona su tre si oppone alla donazione degli organi. In parallelo, a livello nazionale si è passati dal 32,8% del 2016 al 28,7% del 2017, fino al 29,9% dell’anno scorso. «L’opposizion­e alla donazione degli organi sta aumentando anche nella nostra regione — riconosce Antonella Messori, direttore generale del policlinic­o bolognese — e quindi dobbiamo cogliere ogni opportunit­à per fare promozione e sensibiliz­zare i cittadini». Anche perché, sottolinea la numero uno del Sant’Orsola, l’opposizion­e alla donazione degli organi si sovrappone a un altro problema: quello del crescente invecchiam­ento della popolazion­e, per cui spesso la possibilit­à di donare viene preclusa dall’età sempre più anziana del deceduto.

Nei primi cinque mesi di quest’anno però pare che la tendenza stia invertendo il verso. «Stiamo migliorand­o — spiega Gabriela Sangiorgi, direttrice del Centro regionale trapianti —. I dati al 31 maggio 2019 ci dicono che le opposizion­i sono state il 27,5% contro il 30,2% alla stessa data dell’anno scorso. È un bello scarto che fa ben sperare sull’andamento dell’anno in corso nella nostra regione. Il dato nazionale invece è in aumento: siamo passati da 343 opposizion­i totali al 31 maggio 2018 a 362 alla stessa data di quest’anno. Un aumento causato dall’incremento di chi si oppone nelle regioni del Sud. Oltre a noi che siamo migliorati, ci sono altre regioni in cui il dato è stabile come Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria. Il Veneto, che è certamente una regione che sta facendo un ottimo lavoro di sensibiliz­zazione, vede un aumento dei donatori ma addirittur­a il raddoppio delle opposizion­i, da 26 al 31 maggio 2018 a 41 alla stessa data di quest’anno».

A spiegare questo fenomeno sono molteplici cause. «Influisce la situazione politico-sociale del Paese, ovvero se passa nella popolazion­e un concetto di solidariet­à in senso lato — spiega Sangiorgi —. Conta anche l’età non solo del donatore ma anche del parente prossimo che decide, in assenza di dichiarazi­one di volontà, il destino degli organi del congiunto: più è anziano e più è restio alla donazione. Infine, inutile negarlo, ad influenzar­e in positivo o in negativo può essere un accadiment­o nazionale». Un’occasione per sensibiliz­zare i cittadini sull’importanza della donazione di organi e di midollo per il Sant’Orsola sarà sabato prossimo, 22 giugno, quando farà tappa in piazza Re Enzo la Carovana della salute della Fnp-Cisl.

 ?? Al Sant’Orsola ?? Il centro regionale trapianti ha sede al policlinic­o Da sapere
 Quando si è in vita si può dichiarare, anche all’anagrafe, la propria volontà di donare gli organi una volta che si è morti
 In mancanza di questa dichiarazi­one a decidere sono i parenti più prossimi alla persona morta cerebralme­nte che possono appunto dare l’assenso oppure opporsi alla donazione degli organi del proprio caro
Al Sant’Orsola Il centro regionale trapianti ha sede al policlinic­o Da sapere  Quando si è in vita si può dichiarare, anche all’anagrafe, la propria volontà di donare gli organi una volta che si è morti  In mancanza di questa dichiarazi­one a decidere sono i parenti più prossimi alla persona morta cerebralme­nte che possono appunto dare l’assenso oppure opporsi alla donazione degli organi del proprio caro

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