Risultati, bel gioco e gioia La ricetta di «The Legend»
Sabatini si presenta: «Sono felice solo vincendo, quindi voglio risultati subito. Mihajlovic è una garanzia. Punterò sui talenti»
Ambizioni concrete, parole chiare, assunzioni di responsabilità e pure qualche notizia di mercato, dal centrale giapponese della nazionale nipponica alla conferma di Orsolini. Walter Sabatini si è presentato così a Casteldebole.
Una presentazione sulle ali dell’entusiasmo. Grande voglia, ambizioni concrete, parole chiare e dirette, assunzioni di responsabilità e pure qualche notizia di mercato, dal centrale giapponese della nazionale nipponica alla conferma in queste ultime 24 ore di Orsolini, altro «regalo» per Sinisa. Walter Sabatini si è così presentato al suo nuovo pubblico, quello rossoblù. Ma è al lavoro già da diversi giorni. Il vento è cambiato grazie alla statura dei protagonisti del prossimo campionato: il tecnico serbo da una parte, il ds dall’altra. Senza la cavalcata del primo il secondo forse (forse) non sarebbe arrivato. Ora tutti gli altri dovranno iniziare a correre. Ma con le risorse del chairman messe a disposizione lo stanno già facendo. Sabatini non gira intorno al ring, se bisogna chiarire si chiarisce. Per ora tutto liscio, liscissimo. Una lunga diretta Facebook da Casteldebole seguita da migliaia di appassionati (alle 19 erano più di 20 mila), con Bigon defilato ma presente. I due non si pesteranno i piedi, anzi.
Il nuovo dirigente coordinerà le attività di sviluppo e mercato dei due club di Saputo, gli Impact Montreal e il Bologna, con l’obiettivo di creare sinergie, mentre Bigon «resta il nostro ds e sarà l’interfaccia sportivo con Sabatini», precisa Fenucci che conferma anche la volontà del club di entrare in partecipazione societaria, prima o poi, in qualche altro club europeo. Attacca Sabatini. «Ho messo la cravatta perché oggi per me è un giorno di festa, Bologna l’ho scelta con grande convinzione. Sono in una bolla di gioia. Questa è la città migliore per poter vivere bene e celebrare al meglio qualche successo sportivo. Voglio essere considerato un abitante di questa città e non un direttore sportivo». Dirà poi di voler vivere in centro, in un residence, dove poter uscire e incontrare la gente, i bar, le edicole, «amo la carta». Il soprannome «guru». «Io in realtà amo le cose plastiche e tangibili della vita, quindi non sono proprio un guru, non sono esoterico ma epicureo, poco spirituale. Altra cosa il The Legend di Saputo, che ringrazio. Abbiamo pranzato insieme, mi ha fatto una grande impressione». Così come gli è piaciuta la «Cavalcata delle Valchirie di Mihajlovic, eccezionale. Ora da eccezionale bisogna farla diventare normale». Sul club. «Non sono ruffiano se dico che qui l’organizzazione e la partecipazione è incredibile. Abbiamo una banca dati sui giocatori pazzesca: sono commosso di fonte all’efficienza delle strutture e delle persone. Ora rafforzeremo la prima squadra, che non va indebolita cedendo i pezzi migliori».
La voglia di ricominciare è grande soprattutto dopo un periodo di sofferenze fisiche, «mi mancano le sigarette» dirà. Un attimo, un pensiero, una debolezza. Poi di nuovo calcio. «Sono convinto di mettere del mio. Questa è la mia sfida finale, ma non c’è niente di melodrammatico: non voglio andare più in giro, ma rimanere qui e ottenere qualcosa prima possibile. Risultati, bel gioco in primis, la gente felice di andare allo stadio». Servono sguardi ambiziosi. «Interlocutori sorridenti e felici. Io ho la testa piena d’idee, Bigon funziona come catalizzatore, calmieratore. Faccio il suo stesso lavoro, lo rispetto, so quanto ha sofferto per gli insulti quando le cose andavano male e non si è mai scagliato contro nessuno, io ho subito lo stesso. Anche Di Vaio sarà importante, andrà in giro, farò lo scout». Decisioni collegiali.
Ottimista sul funzionamento del «network» fra i club, si stringe sui giocatori. Detto di Orsolini che si vuole dare a Mihajlovic rinegoziando il prestito, la gag è su Pulgar a segno contro il Giappone. «Chi lo marcava? Non il nostro difensore perché lui non sbaglia mai. Possiamo ufficializzarlo?». Bigon scuote la testa, ma è quasi un sì. È Takehiro Tomiyasu, centrale di 20 anni. Lyanco «difficile e chi verrà dopo sarà in ribasso, ma dopo una crisi magari ci esaltiamo di nuovo». In realtà tenterà di nuovo con Cairo. Capitolo Destro, «gli ho voluto un bene esagerato, lo prendemmo alla Roma a 22 anni pagandolo non poco. Era un ragazzo fortissimo e motivato, quello che è accaduto a Bologna un po’ mi fa vergognare. Ha perso voglia e determinazione, lo gestiremo e certamente non lo butteremo via. Anche qui la parola di Mihajlovic sarà decisiva,lui ha le chiavi di casa: è la nostra assicurazione». E non gli verrà chiesta subito l’Europa. «Ma solo una squadra che possa battersi per quel traguardo. Poi magari all’ultimo perdi, ma hai lottato. Sinisa da scariche incredibili, ma voglio anche giocatori che non si accontentano di arrivare ottavi, devono dire voglio arrivare terzo». Servono giocatori importanti «che magari accendano l’illusione. Ne arriveranno, di talento, che formeremo ulteriormente». Siamo all’inizio di quello che tutti sognavano. Buona estate.
Ho scelto questa squadra, è la sfida finale della mia carriera. Con Saputo ho pranzato, mi è piaciuto